Tribunale a Vigevano, c’è voglia di riaprirlo: «Battaglia per tutto il territorio»

Un tribunale chiuso è una grave problema non solo dal punto di vista dei processi, lontanissimi, e quindi più costosi per tutte le parti in causa. Si tratta di un depauperamento del territorio tutto, che crea preoccupazione nelle imprese, sia per l’accumulo dei ritardi sia per la la difficoltà nell’incentivare investimenti esteri. Come se non bastasse, in Lomellina, l’assenza di trasporti ferroviari completamente affidabili, di vie di comunicazioni veloci degne di questo nome, di tutto.
Per questo la battaglia per riavere il tribunale di Vigevano, chiuso nel 2014, è una lotta di tutti. A Voghera “saltò” pochi mesi prima. Il risultato è un solo palazzo di giustizia in Provincia, Pavia, inadeguato ad accogliere la mole di processi e di carte prima divise in tre. L’ultima protesta, vigorosa, arriva da due associazioni. L’associazione giovani avvocati sezione di Vigevano (Aiga) e l’associazione avvocatura vigevanese, in persona dei rispettivi presidenti, gli avvocati Valeria Fasani e Leonardo Fiorelli esprimono la propria adesione e condivisione all’iniziativa di cui da sempre si è fatto promotore Giuseppe Antonio Madeo, loro collega e ultimo presidente del Coa presso il tribunale di Vigevano: “Riaprire il tribunale cittadino”. Sono pronti a tutto, compreso un incontro pubblico con colleghi, sindaco e cittadini.

DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO
«Già da anni – si legge nel loro comunicato – è stato creato un comitato nazionale per la riapertura dei tribunali soppressi e, oggi più che mai, risulta auspicabile un ulteriore passo in avanti, al fine di spingere l’attuale Governo a riallineare la geografia giudiziaria al principio costituzionale del maggiore decentramento amministrativo nei servizi che dipendono dallo Stato e al principio della giustizia di prossimità, consacrato nell’articolo 10 del Trattato di Lisbona. L’obiettivo è formulare al Governo, per tramite del governatore regionale Attilio Fontana, al quale il Sindaco Andrea Ceffa (Lega, come Fontana) ha già inoltrato una richiesta in tal senso, una proposta di legge che preveda l’abrogazione del comma 4 bis del Dlgs. 155 del 2012, ottenendo il ripristino della funzione giudiziaria dei Tribunali circondariali e delle Procure soppressi nelle originarie sedi». Proposta di legge, peraltro, inoltrata dall’avvocato Madeo al consigliere regionale Ruggero Invernizzi, Forza Italia, che si sta attivando anche con gli altri consiglieri regionali del territorio. Già i governatori di Abruzzo, Marche e Sicilia si sono mossi in tal senso.

UNA BATTAGLIA CHE INTERESSA TUTTI
«Attivare, tramite detto comitato, anche la nostra Regione – proseguono gli avvocati vigevanesi – significherebbe cercare di recuperare e sanare le conseguenze negative di una riforma iniqua che, con la soppressione, nel nostro circondario, del tribunale e della Procura della Repubblica, ha inevitabilmente indebolito l’intero contesto sociale, economico e civile. I presidenti Fasani (Aiga) e Fiorelli (Associazione Avvocatura Vigevanese), unitamente all’avvocato Madeo co-promotore e componente del comitato nazionale, intendono organizzare un incontro aperto a tutti gli avvocati appartenenti al soppresso foro di Vigevano, indipendentemente dalla loro adesione ad una delle associazioni promotrici, ed aperto anche all’amministrazione ed ai soggetti interessati, al fine di sostenere e appoggiare con forza la proposta di legge ed organizzare, se possibile, un incontro direttamente in Regione per poter definire le modalità di attuazione di questo obiettivo. Gli avvocati di Vigevano vogliono continuare a svolgere la professione col decoro e la dignità che l’ha sempre rappresentata, essere parte attiva e propositiva di detta iniziativa e cercare di recuperare la centralità del foro vigevanese sia a livello culturale che giudiziario. Essere catapultati nel tribunale pavese, insieme ad altri fori chiusi, vista anche l’inadeguatezza strutturale e organica dello stesso, ha rappresentato e rappresenta tutt’oggi un grave problema, acuito dalla lontananza tra l’area territoriale che chiede giustizia e quella che la esercita. Auspicando una partecipazione diffusa ad una battaglia che interessa non solo gli addetti ai lavori ma la cittadinanza tutta, verranno comunicati quanto prima la data e il luogo dell’incontro».