La sicurezza è un asset dell’azienda: chi investe, ci guadagna. I consigli degli esperti

La sicurezza in azienda è molto più di un obbligo di legge, di un adempimento al quale dare riscontro ogni 3-5 anni. La sicurezza è, piuttosto, un vero e proprio asset aziendale, che può assicurare qualità, contenimento dei costi, miglioramento della reputation aziendale, produzione più veloce e relativa soddisfazione del cliente.

La sicurezza è un patrimonio e come tale va gestito, al pari di un investimento bancario: occorre prendersene cura con regolarità, monitorarlo con attenzione, assicurarsi periodicamente che i dipendenti abbiano effettivamente maturato adeguata consapevolezza dei rischi e del modo di prevenirli e cercare di andare oltre l’obbligo, per prevenire qualunque genere di infortunio. Fosse anche quello, non raro, di cadere da una scala.

L’anno del Covid è stato una cartina di tornasole sulla quale riflettere: in presenza di dipendenti formati a prendersi cura in sicurezza di sé e delle proprie apparecchiature (distanziamento, disinfezione delle superfici e delle mani…), le aziende hanno contenuto il peso delle assenze e, di riflesso, sono state in grado di assicurare forniture puntuali e di qualità ai committenti.

METTIAMO I PRO E I CONTRO SULLA BILANCIA
Un punto di forza da non sottovalutare, anche alla luce della comparazione costi-benefici: un’impresa per costruire un valido processo di prevenzione deve supportare costi organizzativi, consulenze mediche o tecniche, acquisire Dpi, sopportare le spese della formazione e assicurare ai dipendenti il controllo medico preventivo. Di riflesso guadagnerà sicurezza, continuità operativa, velocità dei dipendenti, reputation, riduzione delle interruzioni produttive, soddisfazione e qualità.

Messo sulla bilancia, già questo farebbe propendere dalla parte del beneficio. Ma aggiungiamoci il carico da novanta, ovvero l’imprevisto con il quale nessuna azienda vorrebbe avere a che fare: l’infortunio. In quel caso bisogna mettere mano al portafoglio aziendale per sostenere costi medici per l’infortunato, integrazione dei salari per la quota non coperta da assicurazioni, danni a mezzi di produzione (il cui valore è spesso molto importante), eventuale perdita di produttività.

E la lista non finisce qui perché ai suddetti costi diretti, l’imprenditore si ritroverebbe costretto a sommare anche i costi indiretti: straordinari per recuperare l’assenza dell’infortunato, attività di indagine, compilazione dei verbali e rapporti con le autorità di controllo, recruiting nel caso al dipendente debba essere modificata la mansione in seguito alle conseguenze dell’infortunio.

Calcolatrice alla mano, non è difficile individuare l’importo complessivo alla voce infortunio che, ancora oggi, avviene perlopiù a causa di errore umano. Seguono la mancanza di formazione e la carenza di misure di sicurezza.

Porre mano a questi tre fattori significa mettere l’azienda “in cassaforte”, renderla più sicura e, soprattutto, non esporla al vento gelido dell’improduttività.

DALL’OBBLIGO ALL’OPPORTUNITA’
Domanda: come passare dalla “sicurezza come obbligo” alla “sicurezza come opportunità e cultura aziendale”? Lo strumento della formazione è la prima carta da giocare in qualunque azienda – piccola, media o grande che sia. E il motivo è presto detto: la formazione è la base della consapevolezza e dell’automatizzazione dei comportamenti. Quanto migliore, costante e mirata è la formazione, e tanto efficace è la risposta che ne deriva dai propri collaboratori.

Lo dicono le statistiche: l’informazione va a braccetto con la sicurezza quando quest’ultima smette di essere obbligatoria per diventare “strutturale” e, di conseguenza, cultura aziendale.

E’ questa la formula vincente per una azienda che vuole rendere tutti i propri collaboratori in grado di rilevare i rischi a cui sono esposti e di prendere le corrette contromisure per evitare gli infortuni, siano esse previste nei corsi formativi obbligatori o siano “extra curricolari” ma, non per questo, meno strategici. Certo non bastano alcune ore in aula, o su una piattaforma digitale, a risolvere il problema sicurezza, perché ciò che il dipendente ha imparato deve essere fatto proprio, affinché il comportamento corretto diventi così automatico e istantaneo da non generare più alcun rischio. E questo è l’altro compito di un buon percorso formativo, al quale se ne aggiunge un terzo: la capacità di ridurre i comportamenti a rischio e la gravità degli infortuni attraverso un percorso di rinforzo dei comportamenti sicuri, il coinvolgimento del dipendente nei processi di sicurezza e una discussione aperta e franca sul tema.

Il percorso è articolato ma, il risultato finale, ha più valore dell’investimento fatto per raggiungerlo: lo dicono tutti gli imprenditori, un’azienda sicura è una macchia che va a pieno regime, e che può contare sul coinvolgimento attivo dei propri dipendenti.

LA CLASSIFICAZIONE INAIL: RISPARMIARE E’ POSSIBILE
Per dovere di cronaca non possiamo dimenticare come, la sicurezza, influisca anche ai fini della classificazione tariffaria effettuata all’inizio dell’attività aziendale, che determina l’entità del premio Inail. Quando resta a lungo invariata, senza analisi e revisioni periodiche, il rischio è doversi sobbarcare un onere superiore al dovuto, specie in presenza di un’attività formativa costante, periodica e rivolta a tutti i collaboratori, che deve essere indicata e messa a valore.

Tra l’altro, più formazione significa minori infortuni e minori infortuni vogliono dire minori costi Inail.

Insomma, la formazione che modifica i comportamenti e li rende parte dell’attività quotidiana dei collaboratori è un investimento. E non è detto che la si debba fare tutti insieme e allo stesso modo. Versione Beta, la scuola di alta formazione di Artser, offre già oggi corsi mirati alle necessità aziendali e altri se ne aggiungeranno nelle prossime settimane.

Fondamentale attenzione sarà inizialmente posta su scale, trabatelli, redazione del Duvri e imbragature. La durata dei corsi sarà di quattro ore e sarà possibile iscrivere il dipendente più esposto a ciascuno di questi rischi.

Per informazioni:

CORSO UTILIZZO TRABATTELLI

CORSO UTILIZZO SCALE

CORSO IMBRACATURA DEI CARICHI

CORSO LA REDAZIONE DEL DUVRI