Piccolo è ancora bello, ma non basta più: serve una nuova alleanza per crescere

Chiudere un anno di instabilità con un saldo associativo stabile non è un’ovvietà. È il risultato di un orientamento strategico. Il 2024 per Confartigianato Lomellina si è rivelato un banco di prova cruciale: la pressione economica non ha fatto sconti, ma la tenuta della base associativa è rimasta solida. Un fatto tutt’altro che secondario, in un contesto dove volatilità e discontinuità non sono più eccezioni, ma diventano la nuova normalità.

«Abbiamo attraversato una stagione difficile senza perdere adesione, anzi consolidando relazioni. Questo significa che il nostro modello, basato su prossimità, competenza e visione, è percepito come utile e affidabile dalle imprese», commenta Luigi Grechi, presidente di Confartigianato Lomellina.

Un modello che si è rafforzato nel tempo, scegliendo la collaborazione come leva competitiva. L’alleanza costruita con Confartigianato Varese e Pavia e il rafforzamento della società di servizi Artser – trasformata nel 2024 in Società Benefit – rappresentano oggi l’infrastruttura su cui poggia una nuova idea di rappresentanza.

UNA NUOVA GRAMMATICA PER AFFRONTARE LA COMPLESSITÀ

Non è più tempo di difendere le rendite di posizione. La rappresentanza economica, se vuole essere incisiva, deve fare un salto di paradigma: passare dalla protezione all’abilitazione, dalla gestione dell’esistente alla costruzione del possibile.

«Oggi non è sufficiente esserci: bisogna essere rilevanti. E per esserlo, dobbiamo superare la retorica del piccolo contro il grande. Le piccole imprese hanno ancora molto da dire, ma devono poterlo fare dentro un ecosistema organizzato, evoluto, abilitante», sottolinea Grechi.

Il cuore del cambiamento sta nella funzione che un’associazione assume per il proprio territorio: non più semplice intermediario tra base e istituzioni, ma piattaforma capace di generare accesso a risorse, strumenti, capitale umano, modelli innovativi. Un’infrastruttura condivisa di crescita.

IL NUOVO SCENARIO RICHIEDE UNA NUOVA STRUTTURA

Nel 2024, la trasformazione di Artser in Società Benefit ha segnato un passaggio simbolico e operativo decisivo. Da un lato, ha reso esplicita la volontà di misurarsi con obiettivi sociali e ambientali oltre che economici. Dall’altro, ha ridefinito la natura del servizio associativo: non più “a sportello”, ma proattivo, strategico, multidimensionale.

«Abbiamo scelto di misurare ciò che facciamo, non solo in termini di numero di pratiche o di adesioni, ma di impatto generato. La forma benefit ci impegna a dare conto dei risultati in modo trasparente e a coinvolgere gli stakeholder nel governo delle decisioni», spiega Grechi.

La Società Benefit oggi diventa strumento di competitività per il sistema delle micro e piccole imprese. Uno strumento che accompagna le aziende in percorsi di sostenibilità, innovazione, transizione generazionale, internazionalizzazione, certificazione. Un’estensione intelligente dell’impresa stessa.

PICCOLO È ANCORA BELLO. MA SOLO SE CONNESSO

La flessibilità che ha permesso alle piccole imprese italiane di ripartire rapidamente nel post-Covid, rispetto a economie più strutturate come quella tedesca, oggi non basta più. I grandi trend – digitalizzazione, intelligenza artificiale, ESG, cybersicurezza – richiedono competenze e infrastrutture che non sono alla portata delle microimprese. È qui che il sistema associativo deve diventare leva trasformativa.

«Non possiamo accettare che le piccole imprese siano escluse dal futuro per limiti di scala. Dobbiamo costruire un contesto in cui anche realtà di dieci-quindici dipendenti, ad esempio, possano accedere a strumenti avanzati, progettare in chiave sistemica, fare rete per condividere risorse e soluzioni», afferma Grechi.

Non si tratta di reinventare il mutualismo, ma di proiettarlo nel XXI secolo. Di dotarlo di strumenti adeguati: dati, tecnologia, modelli organizzativi leggeri, cultura dell’impatto. E di una governance che coinvolge attori diversi: imprese, consulenti, enti locali, reti professionali.

UN’AGENDA STRATEGICA PER UN NUOVO MODELLO DI RAPPRESENTANZA

Confartigianato Lomellina guarda al 2025 con un’agenda definita: presidio dei territori, investimenti in innovazione organizzativa, servizi evoluti per l’impresa, nuove metriche di impatto. Un’agenda fondata su azioni concrete: affiancamento alla transizione digitale, supporto nella rendicontazione ESG, percorsi personalizzati per la valorizzazione del capitale umano.

«Stiamo superando la rappresentanza “difensiva” per costruire una rappresentanza che orienta, che propone, che apre scenari. Siamo consapevoli che le nostre imprese non hanno bisogno di essere salvate, ma accompagnate nel costruire una nuova competitività», dichiara Grechi.

POSIZIONARSI, NON RINCORRERE

In un’economia sempre più segmentata e accelerata, ciò che fa la differenza non è resistere, ma sapersi posizionare. E il posizionamento oggi richiede visione, strumenti, relazioni solide, governance trasparente.

«Le crisi non ci spaventano. Ciò che ci interessa è dotarci delle capacità per affrontarle con lucidità, consapevoli che il nostro ruolo non è più solo quello di essere presenti, ma di essere parte attiva di una nuova economia territoriale, più integrata, più sostenibile, più interconnessa», conclude Luigi Grechi.