Raddoppio ferroviario, ma non solo fino ad Abbiategrasso. L’obiettivo è Mortara

«Sbloccate il progetto del raddoppio ferroviario». Ma non da Milano Porta Genova solo fino ad Abbiategrasso, come vorrebbe il Recovery plan del Governo, bensì fino a Mortara. Solo il doppio binario potrebbe garantire un servizio d’eccellenza da parte di Trenord, fondamentale per le decine di migliaia di pendolari che ogni giorno fanno avanti e indietro per lavoro dal capoluogo regionale alla periferia. Il servizio infatti è tutt’altro che perfetto, tra ritardi e cancellazioni per ogni tipo di ragione.

Anche Regione Lombardia spinge in tal senso. L’annuncio arriva da una nota direttamente dal Pirellone. L’assessore regionale a infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile, Claudia Maria Terzi, sollecita nuovamente Ministero e Rfi rispetto alla necessità di sbloccare il progetto del raddoppio della linea ferroviaria Milano-Mortara. L’assessore nello scorso mese di marzo aveva scritto in merito una lettera al ministro delle Infrastrutture e all’amministratore delegato di Rfi, Vera Fiorani. «È necessario che il Ministero – commenta l’assessore – dia seguito al percorso di revisione progettuale del raddoppio della linea, se questo è lo strumento per arrivare a ottenere quest’opera fondamentale. Successivamente alla lettera di marzo, ci sono state diverse interlocuzioni nelle quali abbiamo più volte chiesto al Ministero di accelerare: il territorio ha aspettato fin troppo tempo. L’auspicio è che la struttura ministeriale perfezioni a breve gli atti utili a sbloccare il progetto. Il raddoppio della Milano-Mortara è strategico per lo sviluppo del servizio ferroviario: Regione Lombardia ha sempre chiesto convintamente a Ministero e Rfi di realizzare quest’opera, sulla quale c’è l’assenso degli enti locali».

MAI VERAMENTE PROGETTATO

Il progetto di raddoppio della linea di Rfi è fermo da anni a causa di una prescrizione del Cipe del 2006 che prevede l’interramento della ferrovia, in linea con le richieste espresse a suo tempo dagli Enti locali. Rfi e Ministero avevano indicato la revisione progettuale come viatico per sbloccare la situazione: sulla scorta di questo, nei mesi scorsi i Consigli comunali di Abbiategrasso, Vigevano, Parona e Mortara avevano deliberato la disponibilità a dar corso a soluzioni progettuali differenti rispetto a quelle, oggetto dell’approvazione Cipe del 2006, che avevano determinato di fatto l’interruzione del procedimento.

I lavori da Albairate, capolinea del passante S9 e Abbiategrasso saranno fatti entro il 2026. In quest’ultimo centro, al di là del Ticino, concordano: «Il raddoppio deve proseguire fino a Mortara». Così aveva detto il sindaco Cesare Nai in consiglio comunale, esprimendo anche preoccupazione per dei cantieri che taglierebbero in due la città. Abbiategrasso infatti è priva di cavalcavia o sottopassi. Ogni volta che i passaggi a livello sono chiusi si creano code infinite ovunque. Sulla sponda lomellina, che aspetta da decenni un raddoppio spesso annunciato ma mai veramente progettato, aveva protestato a riguardo MiMoAl, agguerrita associazione di viaggiatori. Il nome è infatti la sigla di Milano-Mortara-Alessandria, la linea stessa.

«Nella sezione dedicata alla Lombardia del Recovery plan – chiarisce il loro portavoce, Franco Aggio – compare il raddoppio Albairate-Abbiategrasso che sarà fatto sulla stessa sede attuale della ferrovia con potenziamento della stazione di Abbiategrasso. Tuttavia, non c’è traccia del raddoppio fino a Mortara neanche nelle previsioni oltre il 2026. Una cosa che non ci tranquillizza per niente è che il raddoppio Abbiategrasso-Mortara non compare neanche nell’allegato delle opere infrastrutturali previste dal fondo complementare al Pnrr, e quindi con finanziamenti certi da attivare». «Chiediamo – prosegue – che Regione Lombardia renda pubblico il documento con cui ha formalizzato la richiesta di raddoppio Albairate-Mortara a Rfi. Inoltre, chiede che Rfi spieghi perché il raddoppio fino a Mortara non è stato ancora inserito nel piano e contestualmente comunichi quando lo sarà. Ulteriormente importante è che i parlamentari e i consiglieri regionali eletti in provincia di Pavia si attivino per capire il motivo per cui il raddoppio fino a Mortara non è stato inserito e operino affinché questa lacuna sia colmata nel minor tempo possibile. MiMoAl è sempre a loro disposizione nel caso la nostra collaborazione fosse necessaria». Un’attesa infinita che sa di beffa, e che si unisce ai treni nuovi: anch’essi solo sulla carta, per una linea che in mezz’ora (quando va bene) porta a Milano ma che è evidentemente considerata “di serie B”.