Tari, pagare per quello che si smaltisce: continua il pressing di Confartigianato sul fronte rifiuti

Misura ingiusta e sproporzionata. A ribadirlo, a proposito della Tari, è Confartigianato Imprese, che a breve presenterà un emendamento al Dl “Rigenerazione Urbana”, ora in esame, per chiedere ciò che da mesi è oggetto di confronti serrati con il Governo. Ovvero che la tariffa corrisponda al servizio erogato. In altri termini: le imprese che indendono avvalersi del servizio pubblico per il conferimento dei rifiuti, devono versare regolarmente quanto dovuto (quota fissa e variabile) ma, di contro, gli imprenditori che optano per i privati (inserendosi a pieno diritto nel mercato), devono vedersi esonerati dal pagamento al servizio pubblico.

Un principio di equità sul quale il confronto è aperto e che metterebbe la Tari nella condizione di essere ciò che davvero è: la corresponsione economica per la fruizione di un servizio. Il tutto nel rispetto dei riverberi che questo potrà avere sui bilanci dei Comuni e sulle eventuali scelte di ritocco al rialzo. Dialogo, dunque. Ma posizioni ferme.  

NO ALLA SCADENZA DEL DL SOSTEGNI
Come quella che vede le imprese schierate a contrasto dell’imposizione di indicare entro il 31 maggio se intendano avvalersi del servizio pubblico per la gestione dei propri rifiuti simili ai rifiuti domestici oppure no. Previsione complessissima in piena emergenza Covid, con le strategie aziendali ancora in piena rivoluzione, con l’incertezza sulla produzione e con un mercato con il quale gli imprenditori dovrebbero potersi confrontare senza limiti temporali, a beneficio di una migliore gestione del capitolo smaltimento rifiuti.

L’indicazione di questa scadenza temporale è riportata al comma 5 dell’art. 30 del neonato Decreto-legge 22 marzo 2021 n. 41 contenente “Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da Covid-19”, oggi più noto sotto il nome di “Decreto Sostegni”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lunedì 22 marzo.

PRONTO L’EMENDAMENTO
Un decreto che, entro sessanta giorni, dovrà essere convertito in legge. Ed è proprio entro questo arco temporale che si muoverà l’azione di pressing di Confartigianato Imprese, che chiederà lo stralcio in forza del Testo Unico Ambientale così come modificato dal Decreto Legislativo 116 del 2020, che non prevede comunicazioni né scadenze. E neppure riporta vincoli annuali per la decisione.

Partita, dunque, apertissima, con i Comuni che, intanto, si sono visti rinviare al 30 giugno il termine per la definizione dei regolamenti della Tari e della tariffa corrispettiva sulla base del piano economico finanziario del servizio di gestione dei rifiuti.

Nei prossimi giorni tutti gli aggiornamenti saranno comunicati tempestivamente agli imprenditori.