Lavoro senza età: gestire la circolazione delle competenze. L’analisi del Centro Studi Imprese Territorio

La transizione in azienda deve essere gestita con oculatezza, previsione e attenzione alle specificità di ogni generazione. Ne parliamo nel report “Lavoro senza età 2/2: gestire la circolazione delle competenze” del Centro Studi Imprese Territorio, diretto da Mauro Colombo e coordinato da Antonio Belloni, attraverso il quale si offre una panoramica incisiva sullo sfondo mutevole del mondo del lavoro, dove l’età anagrafica non è più un criterio sufficiente per definire ruoli e responsabilità.

Generazioni senza confini: L’età come criterio di separazione sta diventando sempre meno significativa, mitigata dai progressi tecnologici e sanitari, e da nuovi metodi organizzativi.

Caratteristiche distinte: Mentre alcuni fattori possono ancora distinguere giovani e anziani (come l’affinità per le nuove tecnologie o l’esperienza), la divisione tra le generazioni si sta dissolvendo.

Gestione della circolazione delle competenze: Le imprese devono essere proattive nel gestire il flusso di conoscenze e competenze tra le generazioni. La mancanza di gestione o l’approccio sbagliato può portare a problemi come dimissioni inaspettate o carenza di personale.

Lavoro senza età report 2

Errori comuni: Molte imprese commettono errori nella gestione delle generazioni, come il rifiuto di pianificare, l’abbandono delle persone anziane o l’approccio non strutturato.

Necessità di un metodo: Il rapporto tra generazioni richiede previsione, pianificazione e una strategia chiara, piuttosto che interventi isolati o non strutturati.

Confluenza con la continuità familiare: Il report evidenzia una somiglianza tra la circolazione delle competenze tra le generazioni lavorative e la successione nelle imprese familiari.

Il problema delle aziende riguarda l’errore nella gestione del passaggio di competenze tra generazioni, comprimendo tutto in un momento di transizione tra il personale più avanti con l’età e quello più giovane.

Questa pratica conduce a diversi problemi come la perdita di capitale professionale, la comunicazione inefficace, e la possibilità di un passaggio di consegne non realizzato o effettuato in modo parziale.

Lavoro senza età report 2

La cattiva pratica del passaggio di consegne
Il passaggio di consegne può essere fatto male in molteplici modi, come l’annuncio improvviso, la mancanza di tempo, la perdita di informazioni, ecc. Una cattiva gestione può portare a una perdita economica concreta e a instabilità organizzativa. Il metodo tradizionale del passaggio di consegne dovrebbe essere eliminato o rivisto radicalmente.

Scegliere la circolazione di competenze
Nelle imprese moderne, la circolazione di competenze, un processo continuo e fluido, è più efficace ed efficiente. L’identificazione delle competenze critiche è fondamentale, così come capire dove c’è abbondanza e dove c’è scarsità di una data competenza. Domande pratiche guidano l’impresa a comprendere cosa deve sapere e fare per fare la differenza, cosa non può permettersi di perdere e quali persone sanno fare queste cose.

Mappare le competenze
La mappatura delle competenze non è un’attività saltuaria ma continua, che include la valutazione delle capacità tecniche, pratiche, intellettuali, la gestione di problemi, e molte altre componenti del personale.

Misurare le competenze frequentemente permette di proteggerle e valorizzarle al meglio.

Fare la lista degli esperti
La catalogazione degli esperti permette di comprendere cosa l’impresa sa fare, e di rapportarlo alla concorrenza. È indispensabile sapere chi ha le competenze, come le ha formate, come mantenerle, e come tenerle strettamente legate all’organizzazione.

Schema pratico

  • Trovare fattori esclusivi e differenzianti.
  • Costruire e gestire il rapporto tra generazioni professionali senza ignorarlo e trovare un metodo efficace.
  • Sostituire il passaggio di consegne con la circolazione di competenze, individuando le competenze critiche, mappando le competenze e classificando gli esperti.

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