I tatuaggi restano colorati ma diventano più sicuri

No, non c’è da avere paura. Non è vero che dal 4 gennaio saranno vietati i tatuaggi colorati. La paura degli appassionati era alimentata da articoli che giravano su internet nelle scorse settimane. «Torna l’epoca del bianco e nero», s’intitolavano. Oppure: «Il nuovo regolamento Ue proibisce il tatuaggio a colori».

In realtà l’Unione Europea ha reso illegali quei pigmenti colorati che, oltre una certa soglia, contengono elementi come nichel, mercurio, cromo e soprattutto isopropanolo, un ingrediente che si aggiunge alla maggior parte dei colori per sterilizzarli. Sono considerati cancerogeni. Quindi non ha senso essere allarmisti né catastrofisti. Proibiranno alcune miscele? I tatuatori ne useranno altre, ancora più sicure, e chiunque potrà continuare a scegliere il tatuaggio che preferisce. Non solo in bianco e nero. La preoccupazione semmai è verso i rappresentanti, che si ritroveranno sul groppone pigmenti che non potranno più vendere. Come li smaltiranno? Per i tatuatori la responsabilità per ciò che usano diventerà anche penale, quindi ci sarà poco da scherzare. Bisognerà stare attenti soprattutto agli studi piccoli, improvvisati. Se quelle tinte saranno vietate un motivo ci sarà. Il consumatore dovrà quindi chiedere sempre, con convinzione, che venga usato materiale idoneo. Esistono infatti prodotti alternativi, che dopo l’entrata in vigore delle nuove leggi europee diventeranno preponderanti per i tatuatori. Solo due colori non hanno ancora sostituti. Per il verde e per il blu (per la precisione, come spiega la rivista online Wired, il pigment green 7 e il pigment blue 15:03) la deroga c’è fino al gennaio 2023.

Una nota inviata dal direttivo nazionale di Confartigianato Imprese agli estetisti e ai tatuatori aderenti chiarisce ulteriormente che il 4 gennaio 2022 «entreranno in vigore le nuove norme introdotte dal regolamento 2020/2081 con riferimento alle sostanze contenute negli inchiostri per tatuaggi o trucco permanente. Da tale data, pertanto, gli operatori dovranno perentoriamente attenersi ai divieti e limitazioni imposti dal provvedimento». Al fine di fare ordine nel mare magnum di notizie diffuse in questi giorni, è stata allegata una guida.

In sintesi: «Dal 4 gennaio 2022, il tatuaggio/trucco permanente può essere effettuato solo ed esclusivamente utilizzando inchiostri rispondenti al nuovo regolamento (salve le deroghe temporanee per blu e verde): gli operatori del comparto, quindi, PRIMA dell’inoculazione dei pigmenti debbono accertarsi che le sostanze utilizzate rispettino le limitazioni in questione. Per fare questo si suggerisce di richiedere al produttore/fornitore una “dichiarazione di rispondenza ai limiti di cui all’allegato XVII del Reg. CE n. 1907/2006, come modificato dal Reg. UE n. 2081/2020”. Si ritiene, a tutela dell’attività effettuata, che copia della suddetta dichiarazione sia sottoposta al cliente, che la sottoscriverà per presa visione. Si suggerisce altresì di rilasciarne copia. In assenza di tale dichiarazione, è necessario procedere al corretto smaltimento delle sostanze come rifiuti speciali, secondo le disposizioni vigenti del decreto legislativo 152/2008 – Testo Unico Ambientale – Tua. Si precisa infine che le nuove restrizioni, dal 4 gennaio 2022, impongono inoltre che sulle etichette delle miscele destinate al tatuaggio e al trucco permanente sia riportato tale uso previsto e che l’etichetta debba inoltre includere un elenco degli ingredienti e le dichiarazioni di sicurezza pertinenti».

Il regolamento 2020/2081 dell’Unione Europea non è una novità, essendo stato approvato a dicembre dell’anno scorso, 13 mesi prima del 4 gennaio 2022. Se ne sta parlando ora perché il documento ha previsto un tempo ragionevole per permettere ai produttori di adeguarsi alle nuove norme. Non vieta l’uso dei colori a priori, ma aggiorna i livelli di concentrazione di sostanze potenzialmente nocive che i pigmenti possono contenere e introduce nuove regole, come quelle che riguardano le etichette. Sulle nuove miscele dovranno essere riportate più informazioni, come la dicitura «contiene nichel», o cromo, in caso di presenza delle sostanze.