Il food italiano in Estonia: l’esperienza sul campo di Alberto Galbiati

eugeniosI servizi di Artser – Confartigianato Imprese dedicate all’export nei mercati baltici sono ormai diversi, per questo abbiamo deciso di accompagnarli all’esperienza di chi lavora sul posto.

Per questo abbiamo incontrato Alberto Galbiati, titolare della catena food retail EUGENIO’s, attiva in Estonia nel settore food dal 2018 attraverso cinque punti vendita..

.Quali sono i settori nell’economia estone in cui sembrano esserci buone opportunità (compatibilmente con i cambiamenti portati dal Covid-19)?

Tra i settori dell’economia estone, quello che si trova in una fase di maggior sviluppo è sicuramente il terziario: servizi, consulenza e finanza. È un settore che influisce sulla ristorazione e sulle attività legate al mondo del food tramite servizi di delivery (es. Wolt, Bolt food) e di consulenza molto più sviluppati e dinamici dei nostri servizi tramite app (Just eat,deliveroo).

Era un comparto già in piena espansione, che ha avuto un’accelerazione produttiva con le circostanze che stiamo vivendo tutt’ora (Covid-19), con app adottate da quasi tutte le catene di supermercati subito dopo le prime registrazioni dei contagi.

eugenios7Come sono percepiti i prodotti italiani in Estonia?

Sono percepiti in maniera differente a seconda delle classi sociali. La classe medio alta che ha opportunità di viaggiare, esplorare e assimilare nuove modalità di consumo è più predisposta a distinguere un prodotto italiano di qualità da uno di qualità media media/bassa.

La cucina italiana è poi vista come un’eccellenza mondiale, anche se ognuno a seconda del proprio background ha idee differenti per quanto riguarda la qualità di un prodotto. (Es. C’è un forte consumo di salumi e formaggi italiani preconfezionati).

Come e cosa è apprezzato in particolare del settore food italiano?

Il massimo apprezzamento è ovviamente per la pizza, il gelato e il caffè. Si può dire che il cliente trova la sua soddisfazione al ristorante e non in negozio o al supermercato.

Infatti, introdurre prodotti nuovi è sempre complicato lavorando con una clientela molto riservata e diffidente verso le novità.

Ecco perché le grandi eccellenze conosciute in tutto il mondo vanno per la maggiore (Parmigiano, prosciutto di Parma, burrata, bufala, pesto, gorgonzola, mortadella…)

eugenios4Il retail food (negozi, store, boutique, catene) quali dinamiche sta affrontando?

In questo periodo hanno sviluppato un servizio di delivery molto dinamico e solido che permette di soddisfare le esigenze economiche più ampie, in termini di ricavi e di costi. Lo stato è poi intervenuto aiutare le persone ad uscire da questo periodo, se non del tutto illese, con pochi problemi.

E l’horeca?

I ristoranti sono rimasti chiusi per un mese circa, quindi il settore ha risentito ovviamente della mancanza di clienti quali i ristoratori e gli albergatori.

Nel nostro caso, i clienti sono per l’85% ristoranti con cucina esclusivamente italiana. Sono presenti sul territorio importatori diretti: pochi che gestiscono gran parte di questo settore.

Nella maggior parte dei casi, salvo qualche eccezione, la scelta dei ristoratori cade quasi sempre sul prezzo basso piuttosto che sulla qualità.

Per approfondire:

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Matteo Campari
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