Tutte le curiosità sull’Euro-voto e un’occasione per saperne di più

Circa 400 milioni di persone si recheranno alle urne tra il 23 e il 26 maggio per eleggere i loro rappresentanti in Europa. E in Italia si voterà domenica 26, dalle 7 alle 23. Si tratta della nona volta in cui i cittadini dell’Unione Europea sono chiamati a eleggere i rappresentati del Parlamento europeo (le prime elezioni a suffragio universale si tennero nel 1979), e tra le particolarità vi è che in quattro Paesi recarsi alle urne non è facoltativo – o meglio un “dovere civico”, come sottolineato dalla Costituzione della Repubblica Italiana – ma obbligatorio: parliamo nello specifico di Belgio, Lussemburgo, Cipro e Grecia. Per votare occorre aver compiuto 18 anni, ad eccezione dell’Austria in cui bastano 16 anni. Si eleggono, complessivamente, 751 parlamentari: in Italia saranno 73, più tre membri che andranno a sostituire i colleghi britannici dopo la tanto discussa Brexit.

IN AUMENTO LA FIDUCIA NELL’UE. MA NON IN ITALIA
Da notare che in Europa, con il passare delle elezioni, la percentuale dei votanti è andata calando: dal 61,99% (con 9 stati membri) si è passati al 42,61% del 2014 (29 stati membri). Nonostante ciò, la fiducia nell’Europa risulta in crescita, come evidenziato dal sondaggio Eurobarometro del Parlamento Ue dello scorso ottobre: «Il 62% dei cittadini ritiene che l’appartenenza all’Ue del proprio paese sia una buona cosa, mentre oltre due terzi degli intervistati (68%) sono convinti che il loro Paese abbia beneficiato dell’appartenenza all’Ue». Ma attenzione, perché analizzando i singoli stati, l’Italia è al vertice degli euroscettici con un 43% di cittadini fiduciosi, a fronte di un 45% che ritiene che non ci siano benefici nel far parte dell’Unione. Nell’ultima tornata, oltre agli stati in cui il voto è obbligatorio, l’affluenza media più elevata è stata riscontrata a Malta, con il 74,08%. In Italia ha votato il 57,22% degli aventi diritti, ultimo posto per la Slovacchia con il 13,05%.

Il territorio della Lomellina, e più in generale della provincia di Pavia, si trova nella Circoscrizione Italia nord-occidentale, che fin dalla sua istituzione (creata dalla legge 24 gennaio 1979 n. 18) comprende Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria. Nel 2014, a livello provinciale votò il 72,73% degli aventi diritto, a Vigevano si è recato alle urne il 57,5%, contro il 65,2% del 2009. A Mortara ha votato il 58,3% degli aventi diritto, a Gambolò il 55,5%, a Garlasco il 56,6%, a Cassolnovo il 66,4%. Da notare che quest’ultimo comune è inoltre il centro lomellino più popoloso tra quelli chiamati a votare anche l’amministrazione comunale.

GIOVEDI’ 23 MAGGIO A VIGEVANO
Numeri a parte, pare ormai chiaro che queste elezioni europee possono potenzialmente decidere il futuro dell’Europa così come la conosciamo oggi. Molti i temi sul tavolo, e per capire meglio ciò che accadrà dopo il voto del 26, giovedì 23 maggio alle 20.30 presso la Sala dell’Ottocento di Palazzo Roncalli, a Vigevano, si terrà un incontro con Carlo Altomonte, professore associato del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università Bocconi ed Emilio Colombo, professore ordinario di Politica Economica alla facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Durante la serata, promossa da Confartigianato Imprese Lomellina, si cercherà di capire come stanno oggi davvero le cose nell’Ue e cosa potrebbe concretamente cambiare per le imprese nei rapporti con i Paesi verso i quali è indirizzata buona parte del nostro export.