Superbonus 110% tra sostenibilità e business: si può ristrutturare la casa a “costo zero”?

Un potenziale volano economico, fondamentale per la ripartenza delle piccole e medie imprese: la casa “green” e il superbonus 110% al centro di un webinar della Settimana per l’Energia organizzato da Confartigianato Lombardia su idea di Confartigianato Bergamo in collaborazione con il sistema Confartigianato e Confartigianato Imprese Varese.

«È il momento di ragionare sui semi della ripartenza – spiega Davide Chiaroni, docente del Politecnico di Milano e co-fondatore di Energy & Strategy – questa crisi ci ha insegnato che la sostenibilità non è un trend passeggero ma una sfida che può guidare lo sviluppo delle imprese, perché sostenibilità e business non vanno in contrasto tra di loro. E l’edilizia è uno dei settori trainanti e che soffre di più quando c’è crisi: la ripartenza deve partire da un modo nuovo di fare edilizia, che permetta di creare maggiore qualità della vita e maggior valore».

Il superbonus 110% è, oggi, uno dei possibili «punti di contatto» tra sostenibilità e business. «Una buona occasione per dare nuova vita e speranza agli edifici esistenti, spesso “colabrodi energetici”, ma anche per risparmiare sui consumi energetici, oltre che un tentativo per andare verso la neutralità climatica, obiettivo sottoscritto dalla UE per il 2050» sintetizza l’architetto Alessandro Palazzo, professionista con esperienza decennale nella riqualificazione di edifici. «È uno strumento di stupefacente efficacia, che grazie alla novità della cessione del credito e dello sconto in fattura, come alternativa alla detrazione del 110% in 5 anni dalle imposte, può essere un potente volano economico con indiscutibili benefici ambientali».

Ma non può essere ridotto a dire “mi faccio la casa gratis”, come avverte l’ingegner Luca Talamona, esperto in tematiche energetiche. «È un approccio sbagliato. Saranno i tecnici nell’analisi preliminare, che è essenziale, a determinare quali interventi ricadono nel superbonus e quali negli altri bonus ancora disponibili. E ci sono massimali da non sforare. Senza dimenticare che ci vuole un’impresa che deve avere dei margini per lavorare bene». Insomma, è una grande opportunità che però va colta con attenzione e senza agire frettolosamente. «L’analisi preliminare deve essere molto attenta – chiarisce Talamona – per quanto riguarda il cambio di impianto termico, ad esempio, quello più giusto deve essere calzato e cucito su misura intorno al singolo caso».

Per poter eseguire operazioni di qualità è «determinante la collaborazione di filiera tra professionisti», come sottolinea l’architetto Matteo Vairo, dello Studio Biasi-Bonomini-Vairo. Una delle chiavi di successo di questa iniziativa sta nella «cooperazione tra professionisti e imprese, con la regia delle associazioni come Confartigianato». Perché se le grandi imprese hanno già fatto il pieno di lavori pianificati, «il bacino delle PMI entra nel circuito cooperando».

Lo sconto in fattura e la cessione del credito (quest’ultima estendibile anche ai bonus già fruiti in passato), da questo punto di vista, sono il grimaldello per ampliare la platea dei potenziali committenti. Manna per le imprese della filiera dell’edilizia. E se, come fa sapere Fabrizio Ruspi, commercialista e consulente di Confartigianato Artser, «le banche si stanno muovendo per acquistare i crediti, ma anche per offrire finanziamenti ponte alle imprese che potranno operare lo sconto», sul fronte del fruitore privato «la pianificazione è essenziale, rispetto alle proprie prospettive di reddito nel quinquennio. Perché per alcuni soggetti con redditi elevati assoggettati ad imposta può essere più conveniente approfittare della detrazione al 110%, che vale come investire liquidità con un interesse al 2% per 5 anni». Tra i beneficiari ci sono anche i condomini, purché non abbiano un unico proprietario e siano almeno al 50% a destinazione residenziale. «Per interventi sulle parti comuni, come impianti centralizzati e coibentazione delle facciate – precisa l’architetto Palazzo – ma danno diritto anche al singolo proprietario di realizzare interventi accessori, come la sostituzione dei serramenti o l’installazione delle schermature solari, o l’impianto termoautonomo, che diventa intervento trainato».

Tra le tante opportunità, una delle preoccupazioni più diffuse, che spaventano i potenziali committenti, è l’eccesso di burocrazia legata a questi interventi. «Può disorientare – ammette l’architetto Palazzo – perché il quadro normativo, tra circolari, Faq e interpretazioni, è effettivamente complesso. Ma i tecnici si stanno preparando bene, seguendo passo dopo passo le novità. Piuttosto c’è un’epidemia di informazioni fuorvianti, a cui porre attenzione». In realtà, come aggiunge l’architetto Vairo, «non c’è nulla di diverso da prima. Sono una trentina in tutto i documenti, tra quelli tecnici e le informazioni che gli istituti di credito devono acquisire per la cessione del credito, per cautelarsi dal punto di vista finanziario». E in questa fase le banche, appoggiandosi a piattaforme che guidano gli utenti nella presentazione delle richieste di cessione del credito, «si stanno allineando su uno schema a tre step: screening, valutazione legata ai Sal, fase finale».

Nella fase preliminare, avvisa Vairo, sono determinanti in particolare «il titolo abilitativo, una pratica edilizia, sanando eventuali vizi e abusi, e il computo metrico, che deve dare certezza degli interventi da eseguire». Nelle fasi successive, occorre fare attenzione ad almeno altri due aspetti in particolare: «La quantificazione degli importi da portare in detrazione, su cui il professionista gioca un ruolo decisivo. E il rispetto delle norme a tutela della sicurezza del lavoro: in caso di violazione, il diritto alla detrazione decade». Insomma, conviene affidarsi a professionisti, tecnici e imprese affidabili, per poter cogliere appieno le opportunità del Superbonus 110%.

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