Responsabilità contro la pandemia sanitaria, ma contro la pandemia economica dateci idee chiare

Per affrontare la pandemia sanitaria servono responsabilità e testa sulle spalle ma per affrontare la pandemia economica, quella che ha investito buona parte del sistema economico della Lomellina e del Paese, sono necessarie idee chiare, risorse mirate (vietatissime le distribuzioni a pioggia) e capacità di gestione del cambiamento.

Chiede poche cose, ma specifiche, il presidente di Confartigianato Lomellina, a cittadini e istituzioni per affrontare una seconda ondata che si sta dimostrando più tenace della prima nel mettere alla prova la resistenza del tessuto economico e sociale.

«E’ il momento di togliersi i giri di parole dalla bocca per andare diritti al punto – dice Luigi Grechi, imprenditore del settore calzaturiero – Le aziende si sono mosse da mesi per lavorare in sicurezza e assicurare ai propri dipendenti tutte le tutele necessarie a conciliare lavoro e salute. Lo stesso deve essere fatto nella vita quotidiana, oggi più che mai, per non disperdere il sacrificio di chi ha dovuto chiudere la propria attività anche in questa seconda ondata pandemica».

«Dobbiamo essere un corpo unico e muoverci per rientrare il prima possibile dalla fase emergenziale» prosegue il numero uno di via Ottone, che non rinuncia ad elencare ciò che potrebbe migliorare per non vanificare gli sforzi della collettività.

«Inizio dai ristori, previsti per codici Ateco: sbagliato, ci sono professionisti che hanno mantenuto aperta l’attività a fronte, però, di un crollo dell’incassi. Cito l’esempio del settore calzaturiero: New York è chiusa, ora hanno fermato anche le scuole, e noi a chi vendiamo le scarpe che in genere esportiamo? E’ un dettaglio, ma significativo. La stessa Lagarde ha ammesso che il problema, in questa seconda ondata, è molto più pervasivo per l’economia».

Meglio, dunque, ragionare per filiere, e per reali contrazioni del fatturato, fortemente penalizzato anche alla voce export. «Altra cosa: non si dica che si riapriranno le province per “merito”. Il termine è sbagliatissimo, qui non parliamo di chi si merita di aprire e chi no. Si facciano pure i distinguo in base ai numeri, ma si eviti di penalizzare qualcuno. Non dimentichiamo che dietro alle cifre ci sono sistemi economici che rischiano di affondare».

Parole che scottano, come scotta il tema: la situazione che illustra Grechi è difficile. «Vedo confusione anche sotto il cielo della manovra finanziaria che, più che essere un documento finalizzato ad affrontare l’emergenza, segue logiche vecchie e inadeguate al periodo straordinario e non pensa davvero a garantire un futuro alle persone». Poco, troppo poco quello che secondo il presidente di Confartigianato Lomellina è stato messo sul fuoco del rilancio del sistema economico: «Si puntava sul super ecobonus 110% attribuendogli un valore salvifico nel rilancio dell’economia, ed ecco che è già sparito dai radar della manovra: così non andiamo da nessuna parte. E che dire del Recovery Fund? Dovrebbe tirarci fuori dalle sabbie mobili ma l’Europa sta ancora aspettando i dettagli chiesti mesi fa».

Chiedere e non dare, chiude Grechi, rischia di azzoppare la fiducia reciproca, e in un momento come questo nessuno se lo può permettere. «Allora si mandi un segnale, magari iniziando a girare i fondi necessari ad Fsba, che deve poter versare la cassa integrazione ai nostri dipendenti, che la aspettano da mesi…».