Prestiti alle imprese sempre in sofferenza. L’artigianato boccheggia ancora

Money-laundering

Maggio 2018: i prestiti alle imprese crescono dell’1,2%, ma subiscono l’ennesima frenata rispetto al 2,1% dell’aprile dello stesso anno. La crescita è però trainata perlopiù dalle aziende medio-grandi mentre per le aziende con meno di venti addetti la tendenza è alla stagnazione (-0,1%, era -1,3% a giugno 2017), seppure la variazione tendenziale sia da considerarsi in territorio positivo ad aprile 2018. Un trend, quest’ultimo, che non si verificava da oltre circa sei anni e mezzo.

A livello settoriale a marzo 2018 i prestiti alle società non finanziarie sono cresciuti del 3,9% nei Servizi  del 3,1% nel Manifatturiero, mentre sono scesi del 3,1% quelli delle Costruzioni, unico settore in flessione dal 2014.

L’analisi dei prestiti all’artigianato ha evidenziato a dicembre 2017 uno stock, comprensivo delle sofferenze, concesso al comparto di 38,8 miliardi di euro, in calo del 7,9% su base annua (-3,3 miliardi di euro, il minimo dal 2000); il calo dei prestiti all’artigianato si è attenuato rispetto al -9,0% registrato a settembre 2017, ma si è intensificato rispetto al  -5,8% osservato un anno prima. In cinque anni (dicembre 2012-dicembre 2017) il calo complessivo è stato pari al 26,1%, oltre dieci punti quello registrato dal totale imprese (-15,6%).

A dicembre 2017 i prestiti all’artigianato sono diminuiti in tutte le regioni: le flessioni meno ampie in Piemonte (-4,1%), Valle d’Aosta (-5,9%), Sardegna (-6,4%) e Lombardia (-6,6%) mentre, all’opposto, diminuzioni a doppia cifra si sono osservate per Marche (-15,2%), Abruzzo (-10,7%), Sicilia (-10,3%) e Umbria (-10,0%).

I tassi di interesse rimangono ai minimi, ma pesa sulle piccole imprese lo spread di 300 punti base. A maggio 2018 il tasso di interesse sui prestiti pagato dalle società non finanziarie in Italia per nuove operazioni è stato pari all’1,43%, di 17 punti base più basso rispetto al valore di un anno prima e di 1 punto base inferiore rispetto a quello pagato nell’Eurozona (1,44%). Pur nel contesto favorevole di bassi tassi di interesse sulle piccole imprese pesa lo spread sul costo del credito: a fine 2017 una impresa fino a 20 addetti pagava, infatti, un tasso di interesse effettivo sui prestiti a breve termine pari al 6,77%, superiore di 300 punti base rispetto al 3,77% pagato da una impresa medio-grande.