Ponte sul Ticino, nuovo stallo: il 2019 non sarà l’anno della grande opera

Tutto fermo. E per il completamento del tanto atteso nuovo ponte sul fiume Ticino di Vigevano, con gli ormai ben noti 23 metri da ultimare, ci sarà ora da dare vita a una nuova gara di appalto. Con tutte le incognite che ne conseguono.

Dopo la rottura del contratto con l’impresa Polese Spa da parte della stazione appaltante, cioè la Provincia di Pavia, i passi successivi sono risultati complessi. E, a quanto pare, senza esito.

UNA STORIA TRAVAGLIATA
Facciamo qualche passo indietro, ripercorrendo pur brevemente la storia di un’infrastruttura attesa da decenni. Il via ufficiale al cantiere scattò sul finire del 2009. A vincere l’appalto fu la Guerrino Pivato, azienda della provincia di Treviso che di fatto si occupò nel marzo dell’anno successivo dei soli rilievi, annunciando per giugno la posa della prima pietra. Non si andò oltre, in quanto l’impresa fallì. Subentrò Cesi, di Imola, che fece partire i lavori nel novembre del 2011.

Anche in questo caso, un intervento non portato a termine, con la messa in liquidazione coatta amministrativa. Siamo a metà 2013. Eccoci quindi a settembre 2014, con l’entrata in scena di Polese, che avrebbe dovuto portare a termine il ponte. A fine 2018 la situazione inizia a farsi complessa, con l’azienda friulana ad attivare la commissione per l’accordo bonario, chiedendo alla Provincia circa 7 milioni in più rispetto all’appalto di 51 milioni, a fronte di maggiori opere.

La stessa commissione ha tuttavia valutato un incremento dei costi decisamente inferiore, 188 mila euro. Le successive vicissitudini hanno condotto verso l’addio al cantiere da parte di Polese. La Provincia ha a seguire, sostanzialmente, ripreso in mano la graduatoria della gara, interpellando le altre aziende. È arrivato un primo riscontro da parte di Itinera (gruppo Gavio), ne è seguito un secondo dalla Rizzani de Eccher. A questo punto, la prospettiva è quella di un nuovo appalto. Anzi, due. La prima gara per completare i sopra citati 23 metri, la seconda per la creazione della viabilità di accesso all’infrastruttura.

UN ALTRO ANNO SPRECATO?
Un tema caldo, del quale si stanno inevitabilmente occupando anche gli organi di stampa e che pone al centro quel ponte che rientra tra le opere più attese dal territorio, non solo ovviamente dalle imprese ma anche dalle migliaia di pendolari che ogni giorno attraversano il Ticino per recarsi nel Milanese.

Quel che pare chiaro è che ci sarà ancora una volta da attendere. Perché si parla di fine anno come del periodo nel quale potrebbero divenire realtà le nuove gare. E a seguire, si dovrà attendere il necessario iter delle stesse. Senza voler guardare al passato, non si può non sperare che questa possa essere la volta buona per ultimare il nuovo ponte. Perché la competitività di Vigevano e della Lomellina – è stato evidenziato a più riprese dalla stessa Confartigianato – passa anche e forse soprattutto dalle infrastrutture.