Pagamenti regolari, infrastrutture e servizi efficienti: «Cantiere delle idee aperto ma abbiamo tempi stretti»

Un documento per la nuova normalità della Lomellina e della provincia di Pavia realizzato per condividere un percorso di ripresa delle imprese e del territorio e per rigenerare il dialogo tra mondo economico e istituzioni: «Abbiamo aperto un cantiere della concretezza con l’obiettivo di non lasciarlo rinchiuso nella sede di questa associazione. Da questo momento al cantiere delle idee hanno libero accesso tutti coloro che hanno interesse a dare a questo territorio una nuova identità e una nuova consapevolezza delle proprie potenzialità» dice il presidente di Confartigianato Lomellina, Luigi Grechi, nel presentare le sette pagine contenenti la sintesi del percorso delineato per risalire la china.

«Abbiamo ragionato ipotizzando azioni forti a sostegno della fiducia, della riorganizzazione aziendale, della capacità di supportare l’innovazione e di rigenerare il territorio in modo più performante – continua Grechi – Siamo pronti a sottoscrivere ogni proposta ma anche a renderla patrimonio dell’intera Lomellina».

«In questi mesi le imprese hanno sofferto ma il momento più critico arriverà dopo l’estate: farsi trovare pronti è un nostro preciso dovere» aggiunge il segretario generale, Roberto Gallonetto, che argomenta: «Dobbiamo mettere in preventivo interventi strutturali e di facile attuazione per invertire le tendenze negative».

A cominciare dal sostegno, indispensabile, alle imprese che garantiranno il pagamento puntuale dei pagamenti ai propri fornitori. Lo stesso vale per le pubbliche amministrazioni, alle quali si chiede lo sforzo di rientrare da ritardi che in molti casi superano quelli imposti dalla legge (30-60 gg, a seconda del tipo di ente) per elevare il livello di fiducia delle imprese e alle imprese.

Fondamentale anche la valorizzazione degli investimenti in tutela dell’ambiente che «pensiamo possano accrescere il livello di fiducia delle giovani generazioni nei confronti delle aziende che compiranno sforzi in quella direzione». Sempre al capitolo fiducia, Grechi e Gallonetto iscrivono quella delle aziende nei confronti di un territorio che deve essere predisposto ad accoglierle attraverso percorsi di semplificazione normativa, sburocratizzazione, accelerazione delle pratiche, redazione di piani di governo del territorio adattabili a potenziamenti-ampliamenti strutturali, azioni giudiziarie rapide. «L’impegno collettivo non è più derogabile» sottolinea Grechi ricordando inoltre il valore del welfare di comunità e l’importanza di non scaricare sugli imprenditori il compito di integrare servizi che sono, e devono restare, in capo allo Stato.

«Pronti a collaborare ma non a ricevere uno scaricabarile di competenze non nostre».

«Alla fiducia andrà affiancata la capacità di riorganizzazione delle imprese e, per fare in modo che ciò avvenga, occorre che la liquidità possa essere indirizzata su interventi strutturali e non al pagamento delle tasse, perlomeno nel 2020». «La riorganizzazione non potrà, poi, prescindere dai percorsi di formazione per l’accrescimento e la diversificazione delle competenze, da sostenere con le modalità del Piano Nazionale Impresa 4.0». Tema bollente, quello della formazione, perché – ricordano Grechi e Gallonetto lanciando un monito collettivo, «la tenuta del Paese dipende dalla crescita e dallo sviluppo del suo capitale umano» e, si aggiunga, «dalla riduzione del digital divide» che è la premessa per accedere alle opportunità offerte dalla digitalizzazione.

Nel documento, scritto in settimane di riflessione e soggetto a più revisioni (anche alla luce dei tanti Dpcm e Dl susseguitisi negli ultimi mesi), grande rilevanza assume il fronte dell’innovazione che, per le imprese, «deve tradursi in prima battuta in una rapidità legislativa utile ad assecondare la corsa ad agganciare nuove produzioni, nuove modalità produttive e nuovi mercati».

Altra chiave di volta è la «valorizzazione di specificità e identità territoriali: noi – rivendica Grechi – siamo la parte produttiva della provincia di Pavia, qui c’è il cuore della manifattura e qui occorre che si apra un nuovo dialogo con Milano e con i territori manifatturieri della Lombardia (e del mondo, si intende)».

Un richiamo a tessere un nuovo dialogo con la città metropolitana dove la forza di un tempo, la prossimità, in era Covid rischia di diventare una debolezza, al punto da ipotizzare uno scenario di devoluzione di funzioni e centri produttivi ai territori più prossimi all’area meneghina.

«Guai a perdere l’occasione» rilevano Gallonetto e Grechi.

Ultimo, ma solo perché si spera possa diventare primo, il fronte territoriale, con le grandi strutture ferme al palo da anni di “in e out” politici e non solo e ora ai margini dell’asse dello sviluppo. E non è tutto. Grechi ha in canna un altro colpo: ed è quello dei servizi.

«Confartigianato Lomellina ritiene che l’accorpamento, al fine di renderli più efficaci e, al contempo, meno onerosi, non sia più rinviabile. Sistema fognario, gas, rifiuti, gestione della rete idrica e dei trasporti non devono essere ritenuti feudi “microterritoriali” ma devono, a nostro giudizio, affrontare un processo di riorganizzazione e accorpamento in grado di renderli performanti e funzionali a di trasformare di riflesso i nostri comuni in luoghi attrattivi ed economicamente competitivi per chi desidera fare impresa».

«Non basta, a nostro giudizio, sforbiciare i consigli di amministrazione. Dobbiamo sforbiciare le sovrastrutture burocratiche inutili e rendere trasparenti i bilanci».

La sfida è lanciata, chi avrà il coraggio di raccoglierla?

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