L’Iri scivola al 2017 ma il Fisco mette ordine a calendario e spesometro

 

FOCUS FISCO – Qualche cattiva notizia c’è: una su tutte è il rinvio dell’Iri, ovvero dell’Imposta sul Reddito dell’Imprenditore di cui s’era già parlato in sede di Legge di Stabilità 2017 e che avrebbe dovuto garantire una sorta di flat tax con aliquota fissa al 24% sugli utili reinvestiti in azienda a beneficio di ditte individuali e società di persone in regime di contabilità ordinaria con l’obiettivo di superare le più volte denunciate disparità di trattamento rispetto alle società di capitale.

Lo slittamento, stando ai calcoli di Confartigianato, avrà conseguenze negative su circa 250mila imprese (ditte individuali e soci di società di persone) con redditi di impresa superiori a 50mila euro, arrecando un danno – in termini di mancati risparmi di imposta – stimato in circa due miliardi di euro nel solo 2018.

 

 

Alla voce “buone notizie” è invece da inserire il nuovo calendario delle scadenze fiscali che dovrebbe mettere le imprese al riparo da proroghe e rinvii dell’ultima ora, garantendo al contempo una migliore distribuzione degli appuntamenti con il Fisco.

Tra le novità di maggior rilievo figura l’unificazione della scadenza per l’invio del modello 730, sia per chi presenta il modello ordinario e si avvale di assistenza che per chi utilizza la dichiarazione precompilata. Sul calendario, per tutti, la data da segnare è quella del 23 luglio 2018 (fanno eccezione i sostituti di imposta, per i quali la scadenza resta il 7 luglio). Slitta invece al 30 settembre l’obbligo di invio dei dati delle fatture Iva (spesometro) per il secondo trimestre e dal 30 settembre al 31 ottobre il termine per la presentazione in via telematica delle dichiarazioni in materia di imposte sui redditi (il vecchio Unico e la precompilata) e della dichiarazione Irap.

Sempre a proposito di spesometro, la legge di Bilancio 2018 ha introdotto una sanatoria delle errate trasmissioni dei dati delle fatture, purché si provveda alla relativa regolarizzazione entro il 28 febbraio 2018 e ha previsto l’esclusione dell’invio delle fatture di importo inferiore a 300 euro registrate con documento riepilogativo.

Capitolo fatturazione elettronica: via libera, dal 2019, all’obbligatorietà anche fra privati. E sarà sempre il 2019 a dare il via all’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale (Sia), lasciando inalterati nel 2018 gli studi di settore.

 

Sarà invece il 2018 a segnare la fine del pagamento degli stipendi in contanti, ammesso che non si passi da uno sportello bancario, da uno sportello postale oppure non si proceda alla compilazione di un assegno: le imprese, in caso contrario, dovranno procedere con bonifico bancario o dovranno utilizzare strumenti di pagamento elettronico.

Si allentano, invece, le preoccupazioni legate alla webtax, la cui versione definitiva prevede un’imposizione del 3% a partire dal 2019 per i soli soggetti che effettueranno più di tremila transizioni di servizi in un anno. Niente Webtax, invece, per e-commerce e cessione di beni.

Ambiente in primo piano, infine, con il credito di imposta del 36% garantito alle aziende che acquisteranno prodotti realizzati con “plastiche miste provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi in plastica o dalla selezione di rifiuti urbani residui”.