La ripresa si vede dal lavoro: nelle Pmi di Varese torna la voglia di assunzioni

VIDEOINCHIESTE 2018/LAVORO C’è chi dice no, perché la situazione economica non offre ancora certezze, e chi dice sì. Tra le imprese più fiduciose, e sempre a caccia di profili professionali di alto livello, si inserisce la Syncro Srl nella zona industriale di Sacconago. Trentasette dipendenti (15 in produzione e 22 in ufficio), quindici assunti negli ultimi cinque anni, contatti diretti con il Politecnico di Milano, contratto di entrata in azienda subito a tempo indeterminato. Ci dice Carlo Bianchi, laurea in Economia e Commercio: «Il determinato lo utilizziamo solo nel caso ci siano agevolazioni per l’assunzione e le circolari dell’Inps non siano chiare. Una volta sicuri delle direttive, però, scatta il posto fisso».

VOGLIA DI ASSUMERE, ANCHE SE LA RIPRESA NON BASTA
Quello della Syncro è da considerarsi solo in parte un caso in controtendenza. Infatti anche nelle piccole imprese, negli ultimi due anni, sono stati inseriti giovani «da crescere» o collaboratori più maturi con grande esperienza. In queste realtà, però, la voglia di assumere è contrastata dalla paura dell’incertezza nel futuro che agisce da freno: la scossa data agli ordini dalla ripresina non è ancora sufficiente per pensare ad un piano occupazionale impegnativo.

UN TREND CONFERMATO DAI DATI
I dati riguardanti i contratti di inserimento in provincia di Varese, fonte Camera di Commercio, confermano questa tendenza: il tempo determinato, infatti, è passato dalla 33.414 unità del periodo gennaio – giugno del 2016 alle 40.330 dello stesso periodo del 2017. Quello a tempo indeterminato scende dalle 7.532 unità del 2016 alle 7.456 dello scorso anno. Insicurezza, certo, anche se il trend in salita del determinato evidenzia, da parte degli imprenditori, la voglia di mettersi nuovamente in gioco. Performance positiva anche da parte dell’apprendistato, uno strumento al quale le piccole aziende guardano con particolare interesse: se gli avviamenti in gennaio – giugno 2016 erano 1.109, nello stesso periodo del 2017 sono saliti a 1.469. Ricordiamo che nel 2016, il mercato del lavoro varesino ha offerto 103mila opportunità occupazionali.

CONTA LA VOGLIA DI FARE
La video inchiesta di Confartigianato Imprese Varese svela quante dinamiche debbano affrontare gli imprenditori sul fronte delle assunzioni. Luca Scaltritti della Aessevi di Arsago Seprio, tre anni fa ha assunto un cinquantacinquenne (prima con i voucher e poi a tempo indeterminato), mentre Ugo Pasini, della Meccanica Pasini di Jerago con Orago, i giovani li vuole «analfabeti in meccanica». Perché, dice, «me li voglio crescere ioNon è importante quello che sanno fare, ma la voglia che ci mettono in quello che fanno».

LA SCUOLA DIVENTI UN PO’ “IMPRESA”
Luciano Maineri, titolare di una piccola impresa di affettatrici a Oggiona S. Stefano
, l’ultima assunzione l’ha fatta nel 2011 con contratto di apprendistato: «Mi era stato segnalato un giovane da una scuola di Gallarate, ma non è finita bene». Qui si apre un altro fronte, ed è quello della collaborazione tra impresa e centri di formazione: «La scuola deve diventare un po’ più impresa– sottolinea Maineri – per agganciarsi al mondo reale, mentre l’azienda deve rafforzare il suo ruolo formativo». Comunque, anche a Oggiona il contratto che si privilegia è quello a tempo indeterminato ma con una condizione posta ai giovani: umiltà, impegno e fiducia devono stare alla base di qualsiasi rapporto di lavoro.

VALORIZZARE LE INIZIATIVE DEI SINGOLI
Paolo Casolaro e Giuseppe Russo della Oldmill, officina meccanica di precisione con sede a Jerago, si definiscono «gli Oscar Farinetti della meccanica». E dubbi sulle opportunità lavorative che offrono le piccole imprese non ne hanno. A tal punto che ci chiedono di scrivere questo: «Se un giovane ci sa dire la differenza tra un tornio e una fresatrice, gli assicuriamo uno stipendio di mille euro al mese».

I tempi sono cambiati: la fabbrica fordista è scomparsa ed è nata quella in cui l’iniziativa del singolo è valorizzata. Come alla Oldmill: «Assumiamo persone autonome che sappiano lavorare contemporaneamente su più disegni. In sei mesi abbiamo fatto quaranta colloqui di lavoro, e ora stiamo portando a termine due inserimenti: un ragazzo di diciotto anni, che viene dal Nord Africa e che ha fatto parte di un progetto sperimentale di alternanza scuola-lavoro, e un altro che proviene da un’altra azienda». Un giovane sul quale stavano scommettendo se n’è andato per «fare l’agricoltore», mentre un altro ha comunicato ai due che avrebbe l’intenzione di mettersi in proprio.

Notizia graditissima: «Gli abbiamo detto che se le vuole fare veramente gli diamo le macchine, gli troviamo il capannone e gli forniamo il lavoro. Per adesso è ancora qui». Ripresa sì, ripresa no alla Meccanica F.lli Vanzini di Jerago con Orago l’ultima assunzione è stata fatta nel 2015 con contratto di apprendistato. Alberto, il titolare, ammette che «in questo momento non c’è ancora tranquillità e assumere significa prendersi la responsabilità di mantenere chi hai assunto. Per ora preferisco deludere qualche cliente che inserire una persona alla quale dover poi dire che non serve più. Le imprese non sono ancora tranquille».

LA SYNCRO E I GIOVANI “SVEGLI”
Così si fa ritorno alla Syncro, che da tre anni sta cercando una figura introvabile: «Si tratta di un ingegnere elettronico con competenze nell’automazione delle macchine», prosegue Bianchi. Per il resto chiunque sappia di elettronica, meccanica e parli almeno due lingue (inglese e spagnolo), «ma senza essere un fenomeno», può pensarci su. Così come ci sta pensando quel ragazzo che ha deciso di lasciare la Syncro per un posto in Svizzera più vicino a casa: «Io ci provo, ma se non mi dovessi trovare bene posso ritornare qui?». L’impresa è anche questa. (1. continua)

 

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