Industria 4.0. Il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli: “Rischio di rivoluzione ‘strabica’, se non rispetta manifattura a valore artigiano”

Bene l’iniziativa di Parlamento e Governo che si concentrano sulle condizioni per innovare il sistema manifatturiero. Ma la ‘rivoluzione’ che emerge dal documento messo a punto dalla Commissione Attività produttive della Camera non deve essere ‘strabica’ verso una visione industria-centrica dell’innovazione digitale”.

Il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli commenta così le indicazioni del documento ‘La rivoluzione industriale 4.0”, presentato oggi alla Camera.

“Se di rivoluzione si deve trattare – mette in guardia Fumagalli – non commettiamo il consueto errore di immaginare un mondo che non c’è e di calare a forza sul sistema imprenditoriale italiano, composto per il 99,5% da micro e piccole imprese, astratti modelli standard d’importazione”.

“Il modello da applicare in Italia – sostiene Fumagalli – deve tener conto che le micro e piccole imprese italiane che utilizzano tecnologie digitali sono 183.000 con 627.000 addetti. Si tratta di aziende che già da tempo ibridano valori artigiani e innovazione e danno vita a risultati eccellenti in settori chiave del made in Italy”.

“In questo senso la Legge regionale lombarda 26/2015 “Manifattura diffusa creativa e tecnologica 4.0″ rappresenta un interessante terreno di confronto – commenta il Presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti – Con questo provvedimento, a cui Confartigianato Lombardia e le altre associazioni datoriali hanno contribuito concretamente attraverso uno specifico tavolo di lavoro, vengono esplicitamente riconosciuti il valore artigiano e la sua relazione con l’economia del territorio, ed individuati strumenti per sostenerli. La Legge regionale 26/2015 ha saputo non solo cogliere l’evoluzione dell’artigianato, ma anche riconoscerne gli elementi di innovazione come integrazione tra saperi tradizionali, conoscenza e tecnologia”.

“L’innovazione della manifattura italiana – conclude il Segretario Generale di Confartigianato – non è una questione di dimensione d’impresa, né può essere un processo freddo e tecnocratico che ignora il valore del capitale umano nella produzione. Bisogna ritrovare equilibrio nelle politiche e negli strumenti per favorire la digitalizzazione delle nostre imprese, rispettando la biodiversità del sistema produttivo e dedicando pari dignità e attenzione alle caratteristiche e alle potenzialità dell’industria e della manifattura a valore artigiano. Confartigianato è pronta a fare la propria parte in un’azione coordinata tra pubblico e provato per ridare competitività alla nostra manifattura, eccellenza europea e mondiale”.