Formazione, perché non farla è un rischio: seminario con gli esperti a Vigevano

Si va a scuola per imparare ciò che non si sa. Lo facciamo da quando siamo bambini. Quando si entra nel mondo del lavoro, o ci si accorge di avere la stoffa per aprire una propria azienda (e magari si è pronti ad assumere), niente deve cambiare. Oggi, con i mercati che vanno di fretta e una produzione di qualità che non può accusare il colpo, la formazione (anche quella cofinanziata) assume un valore impagabile. Il valore della competitività, dell’eccellenza, del rimettersi in gioco. Il valore del business. Che aumenta se si accetta il fatto che anche i saperi – di titolare e collaboratori – invecchiano. E’ ciò che si definisce “obsolescenza delle competenze”: ciò che sappiamo non è più sufficiente ad assicurarci quella marcia in più richiesta dalla globalizzazione.

Ne parleremo in occasione del SEMINARIO TECNICO “FORMAZIONE FINANZIATA – I FONDI INTERPROFESSIONALI” in programma il 15 ottobre dalle 18 nella nostra sede di via Giuseppe Ottone 7 a Vigevano.

ANCHE LE COMPETENZE HANNO UNA DATA DI SCADENZA
Umberto Rega, manager del Servizio per la formazione delle imprese di Confartigianato Artser, spiega: «Le competenze apprese a scuola hanno una data di scadenza e diventano meno efficaci nel corso di circa vent’anni. Addirittura, ciò che si è imparato all’Università svanisce dopo dieci anni, le nozioni apprese alle Scuole professionali dopo 5, quelle tecnologiche dopo tre e le competenze nel settore informatico dopo solo un anno. Se non ci si allinea, magari con un percorso formativo personalizzato che va a incidere direttamente sulle proprie esigenze di imprenditore o lavoratore, si potrebbe incontrare qualche difficoltà».

COSA RISCHIANO LE IMPRESE
Sono cinque i principali rischi dati da una formazione “debole” (che non punta ad aumentare e integrate le competenze) o male bilanciata:

  • Persone e impresa perdono di competitività
  • La formazione tecnica senza competenze trasversali non è sufficiente: la mancanza delle giuste professionalità lascia campo aperto ai propri competitor
  • Le competenze si svalutano per invecchiamento o cambiamento tecnologico: stare al passo con i tempi significa stare al passo con ciò che chiedono i clienti
  • Se non si hanno le competenze giuste non si possono dare le giuste risposte ai mercati
  • La soluzione dei problemi diventa complessa e costosa
  • Competenze e persone non aggiornate riducono la produttività dell’impresa

SU COSA PUNTARE E COME
La formazione non è uguale per tutti e, proprio per questo, bisogna scegliere ciò che serve: da un lato si possono sviluppare alcune competenze aggiuntive da aggiungere a quelle che già sono valide (si definisce up-skilling), dall’altro ci si forma per acquisire competenze del tutto nuove per chi nel mondo del lavoro c’è già e per chi ci vuole rientrare (in questo caso si parla di re-skilling). «Per entrambi i casi – prosegue Umberto Rega – esistono pacchetti standard, ma Confartigianato Artser da anni lavora su pacchetti formulati sui singoli bisogni delle imprese per agevolarle nel percorso che porta a migliorare le proprie competenze tecniche, gestionali e relazionali».   

LA FORMAZIONE A MISURA D’IMPRESA
Ogni impresa può scegliere come farla, in quali tempi e con gli strumenti più adatti per un apprendimento efficace
: si va dai laboratori basati sull’esperienza (si esce dall’aula sapendo di poter mettere in pratica da subito quello che si è imparato) al coaching individuale (che si utilizza molto nel passaggio generazionale), dai corsi fatti direttamente in azienda all’e-learning. Una formazione “sostenibile” perché aderisce completamente all’organizzazione interna dell’azienda, e a ciò che serve a titolari e collaboratori, tenendo sotto controllo i costi. «Oggi la formazione ha lo stesso valore di un macchinario – prosegue il manager della Scuola di formazione – e quella cofinanziata aiuta tantissimo le imprese che vogliono crescere sul medio-lungo termine e ad eliminare proprio quel “freno” rappresentato a volte dal costo».

MAKE OR BUY
La formazione me la faccio in casa o l’acquisto da un fornitore esterno? «E’ la domanda che si pongono alcuni imprenditori – incalza Umberto Rega – ma è fuori di dubbio che è meglio affidarsi ad un professionista che ha esperienza sul campo. Quindi il “buy” (mi affido a chi ne sa) è meglio del “make” (me la faccio da solo). Anche perché con la Scuola di Confartigianato Artser le imprese non hanno solo a disposizione un ampio ventaglio di percorsi formativi ma anche progetti che si legano direttamente alla loro crescita: dalle collaborazioni con gli Its al progetto Ife (Impresa Formativa di Eccellenza) per prepararsi a sfruttare le massime potenzialità dall’alternanza scuola-lavoro.

ISCRIVITI AL SEMINARIO