Emergenza Coronavirus: ecco come devono comportarsi imprese, bar e ristoranti

Limitare gli assembramenti e ridurre al minimo il rischio del contagio: si ispira a questi principi guida l’ordinanza messa a punto il 23 febbraio dal ministero della Salute d’intesa con il presidente di Regione Lombardia con l’obiettivo di contenere la diffusione del Coronavirus nelle aree regionali classificate come gialle (ovvero in tutto il territorio regionale con l’eccezione dei dieci comuni inseriti nella zona rossa).

Ferme le linee guida che interessano le imprese: nulla cambia, in termini di apertura al pubblico, per le attività produttive e dei servizi con l’eccezione di bar, locali notturni e qualsiasi altro esercizio di intrattenimento aperto al pubblico, per i quali è stata disposta la chiusura dalle 18 alle 6 e per i quali è vietata ogni forma di affollamento nei locali. Cambia anche la scansione settimanale dell’attività per gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati, per i quali è stata disposta la chiusura nelle giornate di sabato e domenica, con l’eccezione dei punti di vendita di generi alimentari.

I gestori di esercizi commerciali che prevedono al proprio interno più attività – ad esempio hotel con bar, ristorante con bar, locali da ballo con ristorante ecc. – devono seguire le regole previste per le singole attività commerciali, ovvero bar, locali notturni e qualsiasi altro esercizio di intrattenimento aperto al pubblico, predisponendosi a chiudere i battenti dalle 18 alle 6 del mattino.

Una deroga al provvedimento è prevista per i bar all’interno degli hotel che restano aperti per garantire il servizio per i soli ospiti della struttura. Analogo principio vale per i bar dei ristoranti, che possono rimanere aperti per garantire il servizio di supporto alla ristorazione.

Tutte le attività di somministrazione o di consumo sul posto di prodotti artigianali, ad esclusione di quanto espressamente previsto dall’ordinanza per bar, locali notturni ed altri esercizi di intrattenimento aperto al pubblico, non sono soggetti all’obbligo della chiusura dalle 18 alle 6. La disposizione vale anche per le medesime attività esercitate all’interno dei centri commerciali. In particolare, all’interno dei centri commerciali di grande e media dimensione non sono soggetti all’obbligo di chiusura del sabato e della domenica le attività che vendono prodotti alimentari in misura prevalente. Nelle medesime strutture i bar si devono invece attenere alla chiusura dalle ore 18 alle ore 6.

Le tabaccherie senza attività di bar o altre attività accessorie non devono sottostare alla chiusura dalle ore 18 alle ore 6.

Regione Lombardia invita, tuttavia, tutti gli esercenti a mettere in atto le misure necessarie ad evitare assembramenti a rischio.

Capitolo mercati rionali e comunali: Palazzo Lombardia, in sinergia con il Ministero della Salute, ha disposto le restrizioni indicate per i centri commerciali, vale a dire che potranno restare aperti dal lunedì al venerdì mentre dovranno restare chiusi il sabato e la domenica. Sono esentati dalla restrizione i commercianti che esercitano la vendita di generi alimentari.

Parrucchiere ed estetiste possono, invece, continuare a operare seguendo la normale fascia oraria di apertura al pubblico.

Eventuali violazioni all’ordinanza saranno puniti, a meno che il fatto non costituisca un reato più grave, con l’arresto fino a sei mesi o l’ammenda fino a duecentosei euro, in base all’articolo 650 del Codice Penale.

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