Le imprese al ministro Giorgetti: attrattività, competenze, infrastrutture e risorse per ripartire

In data 20 maggio 2022 il Comitato Intercategoriale per Vigevano e la Lomellina ha organizzato un confronto con il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, in Location San Cassiano. Il ministro ha raccolto dagli esponenti del comitato le criticità del territorio e risposto punto su punto nel merito delle sollecitazioni principali: infrastrutture, camera di commercio, grandi opere, attrattività.

Di seguito l’intervento del presidente del Comitato Intercategoriale per Vigevano e la Lomellina, Luigi Grechi, presidente di Confartigianato Lomellina.

 

Egregio signor Ministro,

grazie a nome dell’intero Comitato Intercategoriale per Vigevano e la Lomellina di essere qui oggi a Mortara per un confronto che riteniamo fondamentale per aprire un dialogo franco e costruttivo con Lei e con il Governo del quale Lei è esponente più che autorevole.

Sul nostro territorio pesano criticità ormai quasi strutturali che, negli anni, hanno contribuito a relegarlo ai margini di quel processo di sviluppo che ha caratterizzato, soprattutto nel periodo pre-Covid, molte aree della Lombardia.

Eppure il nostro è un territorio strategico. Qualche dato per fotografarlo e per evidenziarne l’importanza: in provincia di Pavia si concentrano 40mila imprese che danno lavoro a 133mila addetti e generano 11,6 miliardi di valore aggiunto, incidendo per circa il 3,5% sull’economia lombarda.

AREA MULTIPOLARE

Siamo un’area multipolare, con la Lomellina fortemente industrializzata, l’area di Pavia orientata al terziario e all’eccellenza universitaria e l’Oltrepò Pavese vocato all’agricoltura e alla viticoltura. A causa di queste difformità, fatichiamo a fare sistema e, di conseguenza, risentiamo più di altri di una debolezza sistemica oltre che progettuale.

Recuperare un’unità di intenti e una voce unica è il nostro obiettivo al fine di proporre soluzioni di rilancio efficaci ed efficienti in grado di restituirci competitività nei confronti del più potente polo attrattivo della regione, l’area metropolitana di Milano, oltre che nel rapporto con un mercato in fase di tempestoso rinnovamento.

La Lomellina ha un’alta concentrazione manifatturiera (3,6 mila imprese e 31 mila addetti) e un’elevata incidenza di piccole e medie imprese, che occupano il 75% dei lavoratori, seppure non manchino un tessuto industriale forte e le startup innovative (58) rappresentino un segnale di importante vitalità.

Ciò premesso le difficoltà ci sono e non possiamo nasconderle: non per nulla alcune delle nostre zone sono indicate dall’Europa come particolarmente disagiate e, per ciò, meritevoli di risorse europee straordinarie.

SERVE UNA IDENTITÀ DI TERRITORIO

Abbiamo necessità e urgenza di rafforzare l’identità economica territoriale, mettendo a punto – insieme – progetti in grado di rilanciare non solo la vocazione del calzaturiero e del meccano calzaturiero, ma tutte le peculiarità produttive locali. Perché lo sappiamo bene, il benessere dell’impresa equivale al benessere del territorio.

Perciò un piano industriale nazionale efficace è ciò che ci aspettiamo da questo Governo affinché si possano materializzare le condizioni migliori per dare certezza, stabilità e continuità alle imprese. È da qui che vogliamo ripartire. Non possiamo permetterci di navigare a vista né bastano bonus una tantum o cerotti sui rincari dell’energia: l’impresa ha bisogno di pianificazione, stabilità, innovazione e riforme per mettere in campo investimenti e per affrontare i tanti cambiamenti generazionali in atto e le trasformazioni ecosostenibili alle quali ci richiamano il Pnrr, l’Europa, le catene di fornitura e il mercato.

RIFORME FONDAMENTALI

Penso alla riforma della fiscalità, strategica perché molto incide sulle imprese sia direttamente – mi riferisco al debordante cuneo fiscale e alla impossibile concorrenza nelle remunerazioni rispetto alle grandi imprese dei servizi dell’area Milanese – sia indirettamente: i continui cambiamenti delle normative, costringono le imprese a investire su personale amministrativo più che su addetti specializzati nel core aziendale. E questo non crea sviluppo, ma sopravvivenza. E la sopravvivenza non genera benessere.

Un dato su tutti per dare concretezza a questo assunto: nei primi nove mesi del 2021 l’export manifatturiero, rispetto allo stesso periodo precrisi, ha registrato una flessione del 10,5%, ben più significativa rispetto a quella registrata a livello regionale, pari al +5,2%.

Difficile, per le ragioni che le andrò a illustrare a breve, anche attirare investimenti e attività produttive: nonostante un generoso numero di startup innovative è incontrovertibile il fatto che il numero complessivo di nuove imprese registrate nel 2021 rispetto al 2019, rimane inferiore del 12,5% (-344 unità), facendo segnare un trend superiore rispetto a quello regionale (-1,9%).

LA ZOPPA RIFORMA DELLA CAMERA DI COMMERCIO

Non dimentichiamo, infine, la difficoltà insita nella zoppa riforma delle Camere di Commercio: la nostra vive nell’incertezza di un accorpamento mai andato in porto e, nel frattempo, fatica ad essere quel centro propulsore dello sviluppo territoriale che è insito nel suo mandato.

Questi sono fatti e dai fatti noi partiamo con la voglia di rinascere: nessuno, qui, ha intenzione di soccombere o, peggio, di farsi sopraffare dalle sfide imprenditoriali alle quali ciascuno di noi, oggi, è chiamato.

La Lomellina, la provincia di Pavia, in questo momento sono deboli a causa del caro commodities energetiche, della carenza di materie prime, dell’inflazione che pesa sugli acquisti, del rischio stagflazione, dell’interezza dell’evoluzione del conflitto bellico europeo, di riforme sulle quali la discussione dura da anni ma anche in considerazione di una serie di criticità endogene.

LA CARENZA DELLE INFRASTRUTTURE

– Abbiamo un sistema infrastrutturale carente, vetusto e sul quale la politica nei no, in questi anni, ha generato una riduzione del tasso di competitività che non riusciamo a compensare con l’aumento della produttività. Cito solo alcuni esempi: la ripresa dei lavori ponte sul fiume Ticino è un buon segnale, ma occorrono strade di collegamento efficaci per raggiungerlo e sfruttarlo al meglio; la Vigevano-Malpensa, ostacolata dai comitati dei no, è strategica per avvicinarci al più grande hub cargo del Mediterraneo, Malpensa, così come il rafforzamento delle linee ferroviarie sull’asse meneghino è decisivo per favorire l’attrazione di competenze e limitare il già forte effetto fuga.

– Sempre a causa della difficoltà di interagire con il cuore dell’innovazione regionale, l’area metropolitana, la Lomellina genera scarse sinergie e attira minori investimenti di quanto potrebbe a dispetto dell’eccellenza delle proprie produzioni: gli head quarters sono lontani e mai sceglierebbero di spostarsi in questo contesto territoriale.

Mi soffermo su questo punto per aggiungere che la supply chain a chilometro zero, forte aiuto e forma di sostegno per le imprese, è decisiva per puntellare il benessere territoriale: ecco, a lei signor ministro, chiedo di agire affinché i processi di reshoring – o friendshoring per usare le parole di Di Vico sul Foglio – possano riportare davvero in Italia le imprese, soprattutto le grandi imprese che tanto si avvalgono del know how locale.

Affinché ciò succeda sono fondamentali una giustizia rapida e certa, normative stabili, un fisco accettabile ed equo e collaborazioni efficaci con le comunità locali servizi.

NON DOBBIAMO AVER PAURA DELLE IMPRESE

La manifattura, così come i servizi, non vanno penalizzati: in Lomellina non dobbiamo avere paura delle imprese. E le amministrazioni locali, per accoglierle, devono competere tra loro – se necessario – agendo sulla leva dei servizi e della fiscalità, introducendo processi di semplificazione e, al contempo, interagendo con il Governo centrale per acquisire la capacità di azione che, singolarmente, mai potrebbero avere. L’ente locale e l’ente regionale vanno sostenuti perché sono le porte d’accesso alle opportunità offerte alle imprese.

Mi riferisco, l’avrà inteso, soprattutto alle chance del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che, nonostante il parziale depotenziamento legato alle rinnovate difficoltà congiunturali, resta la stella polare per gli imprenditori affinché possano affrontare quelle transizioni ecologica e digitale necessarie a innovare nella direzione dello sviluppo.

La richiesta che le rivolgo è semplice: facciamo in modo che i fondi del Pnrr arrivino davvero alle imprese, specie alle più piccole, e le sostengano nel concreto.

Risorse e formazione: è questo il binomio attraverso il quale la Lomellina si prepara, in sinergia con gli altri territori della provincia di Pavia, ad affrontare il futuro.

Non nascondiamo l’evidenza: non basta acquistare macchinari o modificare i processi produttivi per vincere la sfida della crescita. È fondamentale che all’interno delle aziende entrino le competenze giuste, e giovani, affinché la macchina più innovativa non resti una Ferrari in autostrada a 60 all’ora.

Eppure su questo, il nostro territorio soffre fortemente l’attrattività sui migliori talenti professionali esercitata da Milano, e – nonostante la richiesta – porta il peso di una difficoltà di inserimento di figure strategiche, soprattutto nelle Piccole e medie imprese, pari al 41%.

Dobbiamo lavorare su questa cifra con urgenza.

ITS COME RISPOSTA AL MISMATCH

Gli Its sono una risposta ed è all’alta competenza tecnica che guardiamo con speranza e ottimismo: passi in avanti sono in atto, ma dobbiamo metterci attorno al lavoro affinché nel futuro l’offerta formativa si ampli e il rapporto territorio/istituzioni scolastiche/imprese si rafforzi generando un dialogo sempre più costruttivo per attivare strutture in grado di rispondere alle esigenze di questo specifico tessuto economico.

Lo sviluppo economico non può esserci senza competenze, senza aperture alle imprese, senza infrastrutture, senza risorse mirate, progetti concreti, dialogo, sinergie e politiche che non penalizzino i settori che in questo momento così difficile stanno trainando la tenuta del sistema.

Penso, e mi avvio alla conclusione, alla stretta sull’apprendistato, che rischia di penalizzare le imprese di ogni ordine e dimensione ma anche alla ennesima complicazione sulla strada del Superbonus, con le imprese del settore casa che per operare dovranno essere assoggettate al possesso dell’attestazione Soa.

Egregio signor ministro, la sua visita oggi qui a Mortara è provvidenziale: dobbiamo tornare ad essere un grande territorio e, in questo senso, l’azione congiunta di Governo, Regione ed enti locali può rivelarsi la chiave di volta che da anni aspettiamo.

 

Luigi Grechi
Presidente Comitato Intercategoriale per Vigevano e la Lomellina