Dopo il 2020 nulla sarà più come prima: reti tra imprese e infrastrutture le priorità del nuovo anno

«Siamo alla finestra, sconsolati per quanto accaduto sinora, ma non per questo senza la determinazione giusta. Chi fa impresa non smette di credere nel futuro, e noi vogliamo un 2021 diverso dall’anno che sta per finire: solido, con certezze, indicazioni chiare e forme di sostegno realmente efficaci».

Luigi Grechi oscilla tra il vecchio e il nuovo per tirare le somme di ciò che è stato e guardare a quello che sarà. «Dopo il 2020 nulla sarà più come prima, abbiamo vissuto in un mondo che ha portato le attività produttive a svolte epocali: il digitale e lo smartworking sono diventati parte di noi, non se ne potrà più fare a meno per operare in modo competitivo, sia in Italia che all’estero». Difficile, per il presidente di Confartigianato Lomellina, non partire da queste premesse per riassumere un anno che ha messo gli imprenditori di fronte alla necessità del cambiamento e della competenza: «Si pensi all’e-commerce, una modalità di vendita con la quale dobbiamo fare i conti».

NESSUNO SI SALVA DA SOLO
Tra i cambiamenti Grechi annovera anche la membership, una formula nella quale crede profondamente: «Le aziende devono ragionare con un’ottica nuova. Papa Francesco dice che nessuno si salva da solo e questo vale anche per noi, che dobbiamo tassativamente metterci in gioco». Lo strumento è quello delle reti, «membership o partnership territoriali», e Grechi ha le idee chiare relativamente al loro ruolo nel contesto della Lomellina: «Mettiamo a fattor comune i nostri punti di forza – il manifatturiero, l’innovazione, la formazione e l’interconnessione con territori legati ad analoga vocazione industriale come Parabiago e Legnano, per esempio – e ragioniamo come un unicum, in grado di operare insieme sia nell’offerta di servizi che nella messa a punto di prodotti».

Chimera? Forse, perché il presidente di Confartigianato Lomellina sa bene che per abbattere i muri ci voglio coraggio, determinazione e tempo. Quel tempo che, purtroppo, il Covid ha ristretto. Ma l’esempio lo si dà in casa: «La nostra associazione, in sinergia con Artser, ci permette di mettere a disposizione delle imprese servizi di eccellenza che da soli non saremmo riusciti a erogare».

Non basta, Grechi alle imprese, e al territorio, chiede apertura per non rimanere chiusi in una dimensione, quella localistica, importante ma insufficiente a star dietro ai tempi.

«Molto di ciò che dico era già chiaro negli anni passati ma il 2020 ci ha costretto a misurarci con le novità». Così come ha messo in evidenza i limiti della Lomellina, territorio finito alla periferia dell’economia che conta: «Il 2020 avrebbe dovuto essere l’anno della svolta per le infrastrutture, sia digitali che telematiche, ma il Covid ha amplificato i ritardi. Sia la superstrada Vigevano-Malpensa che il ponte sul fiume Ticino che le infrastrutture telematiche, essenziali per il lavoro ma anche per la scuola, sono in ritardo e, di riflesso, ritardano lo sviluppo economico, sociale e culturale».

LONTANANZA CON MILANO E INFRASTRUTTURE
«Certo – ammette il numero uno dell’associazione – buona parte degli attori del territorio sono consapevoli di questi gap e sono compatti nel chiedere di sanarli ma rimane l’interrogativo, per esempio, dell’amministrazione provinciale, che conta poco pur essendo importante dal punto di vista delle infrastrutture e che, tra l’altro, è al rinnovo». Il disinteresse è palpabile anche da parte della città metropolitana, «che sembra snobbare una provincia che, pure, sente nei confronti di Milano una grande vicinanza».

I nodi, dunque, sono la vicinanza-lontananza con il capoluogo di regione e la carenza di infrastrutture, incagliate da anni nell’incertezza e in un tira e molla che fa male alla competitività: «Si pensi al paradosso che in commissione trasporti del Senato qualche giorno fa si è rischiato di andare sotto sulle fasi di avanzamento della Tav, a dimostrazione del fatto che molti sembrano non aver presente cosa serve al Paese. Temo che, andando avanti di questo passo, l’Europa continuerà a prenderci come un Paese poco serio che non sa investire in modo corretto».

Il riferimento di Grechi, oltre che alle grandi opere, è anche ai «bonus a pioggia con i quali non si va da nessuna parte. Le prebende, su un tessuto economico in crisi, non funzionano: lo si capisca una volta per tutte».

Nel 2021 bisognerà, dunque, cambiare passo: «Dovremo arrivare a definizione delle infrastrutture attese in tempi certi o, in alternativa, ci dovranno dire che non si faranno. Ma dovranno farlo in modo chiaro e nella consapevolezza che saremo condannati a diventare un dormitorio al servizio dello sviluppo della città metropolitana e che dovremo rinunciare alle prospettive di crescita».

Per quanto riguarda le imprese, è l’analisi di Grechi, «visto che l’emergenza si protrarrà per tutto il 2021, ci sarà una rincorsa alla riorganizzazione e alla rideterminazione delle catene distributive, ma se ci ritroveremo a combattere con normative ritardatarie, confuse e che si accavallano, rischieremo la desertificazione industriale». Chiude il presidente di Confartigianato Lomellina: «Non dimentichiamoci che cadranno alcune normative sui licenziamenti e, e che la cassa integrazione non potrà andare avanti all’infinito, e quindi sarà necessario accompagnare in modo adeguato le ristrutturazioni aziendali, con finanziamenti e agevolazioni. Tutte cose che non vedo nella Legge di Bilancio…».