Caro-energia, sostenibilità e formazione: dal 2021 le prime “grane” per il 2022

Un anno in chiaroscuro quello che si sta per chiudere, un anno che parte tra qualche incertezza, un forte bisogno di formazione ma anche ottime chance di recupero il 2022.

Il segretario generale di Confartigianato Lomellina, Roberto Gallonetto e il presidente dell’associazione Luigi Grechi, provano a tirare le fila di ciò che è stato e di ciò che, molto probabilmente, sarà. Chiarendo che qualcosa, da un anno all’altro, passerà di mano: è il caso dei rincari delle materie prime, della loro difficile reperibilità e del caro-energia, che molto impatterà sui bilanci delle imprese, specialmente delle più energivore.

A dirlo senza mezzi termini è Luigi Grechi, che guarda al futuro: «Il 2022 parte con due grosse incognite, le stesse con le quali si chiude il 2021, e sono i costi delle materie prime così come quelli dell’elettricità e del gas. Fattori che si porteranno dietro il fattore subdolo dell’inflazione, che colpisce i salari e la capacità di spesa delle famiglie e apre grosse incognite finanziarie».

Il riferimento di Grechi è ai due anni di “congelamento” delle rate dei mutui e alle grosse immissioni di capitali nelle casse delle imprese: «Da ora in poi ci ritroveremo invece a far fronte a dinamiche inflazionistiche e ci ritroveremo ancora ad avere problemi di credito».

La ritualità d’accesso alle banche tornerà ad essere quella pre-Covid, «e – dice Grechi – bisognerà farsi trovare preparati con una adeguata formazione finanziaria affinché ci si possa avvicinare a questa partita con la massima consapevolezza, con preparazione e con le informazioni necessarie a interagire in modo corretto con gli istituti di credito».

Fondamentale anche l’approccio alla formazione, di titolari e collaboratori, alle nuove tecnologie e al tema che si farà strada in modo significativo nel 2022, quello della transizione ecologica, «alla quale anche in questo caso sarà bene farsi trovare pronti» ammonisce Grechi, che spiga: «Sostenibilità non è solo l’eco o il bio, ma è un approccio al fare impresa a tutto tondo, che riguarda sia la sostenibilità ambientale, che sociale che economica: penso al welfare aziendale, alle buone pratiche, al bilancio di sostenibilità e al rispetto del consumatore».

«Bisognerà, dunque, ragionare ad ampio spettro e a farlo non dovranno essere solo aziende e consumatori ma anche le istituzioni, alle quali chiedo adeguate politiche industriali in merito per evitare l’errore commesso, lo cito ad esempio, con i pannelli fotovoltaici, pagati dall’Europa ma prodotti solo all’estero da carbone fossile, altamente inquinanti: un paradosso da mai più ripetere».

Meglio ragionare senza ideologie e preconcetti e, anche all’interno delle imprese, non sentirsi per forza delle Cenerentole: «Ci sono aziende, anche piccole, che sono già sostenibili anche se non lo sanno. Cosa consiglio di fare? Di codificare questa loro sostenibilità o di conquistarla con gradualità per ottenere anche delle certificazioni fondamentali per rimanere fornitori qualificati nell’ambito delle filiere, che sono esse stesse in forte cambiamento».

Perché ciò avvenga, Grechi rimarca che la chiave di volta deve essere la formazione, uno dei temi che ha caratterizzato il 2021.

Lo conferma il segretario Gallonetto: «Penso all’avvio dei corsi Its sul territorio (meccanica e informatica) come ad un passaggio non più rinviabile alla formazione specialistica richiesta dalle imprese».

Bene anche il fronte infrastrutture che, nonostante l’immobilismo, lascia intravedere una luce in fondo al tunnel: «Dovrebbe essere riavviato a breve il cantiere per la conclusione del Ponte sul Ticino mentre la superstrada Vigevano-Malpensa sarà cantierata nel 2022». Piccoli grandi passi per un territorio che, rimarca Gallonetto, ha bisogno di ben di più e di ben altra rapidità.

Specie ora che, dopo un avvio lento e in salita, il sistema economico si è messo a macinare soddisfazioni: «Per alcuni settori, addirittura, abbiamo registrato una vera esplosione di ordinativi che ha talvolta messo in difficoltà le aziende, superando quella che un tempo veniva definita programmazione e approdando all’agire in modalità “tutto e subito”». Questa rincorsa ha azzerato il ricorso agli ammortizzatori sociali e contratto addirittura le chiusure di fine anno a causa della necessità di effettuare consegne urgenti.

I settori maggiormente performanti sono stati la meccanica e, per certi versi, anche la moda, per la quale tornare a fare fiere, eventi e sfilate ha prodotto benefici, consentendo di ricostruire rapporti che si erano interrotti.

«Questo quadro è stato un toccasana per il territorio, che sta reagendo bene alle sollecitazioni. Ma, attenzione – è il monito di Gallonetto, che riprende l’analisi di Grechi – questo clima sarà pesantemente condizionato dai rincari dell’energia che sarà una bomba a orologeria». L’esempio che cita il segretario generale di Confartigianato Lomellina è quello di un’azienda che in bolletta si è ritrovata un conto da 37mila euro alla voce energia contro gli abituali 17mila euro. «Parliamo di rincari del 60 per cento che rischiano – è la previsione di Roberto Gallonetto – di fare più male del caos materie prime».

Insomma, bene ma non benissimo: il 2021 si chiude con un problema che il 2022 erediterà, e che rischia di far male alla voglia di ripresa e alle iniezioni economiche del Pnrr. «Su questo – è il monito – bisognerà agire politicamente e vigilare».