Asse Lituania-Lomellina-Varese: l’export viaggia grazie alla Via della Seta

Il suo nome è Darius Ciginskas, e viene dalla Lituania. In Italia è atterrato pochi giorni fa e, al fianco di Matteo Campari del Servizio Estero di Confartigianato Artser, si è spostato tra due province per entrare in contatto con alcune, piccole imprese con le quali dare il via a opportunità di business in grado di soddisfare le sue richieste. Per di più votate a incontrare i gusti alimentari del suo Paese.

IL BUSINESS DELLA VIA DELLA SETA
Una visita più che mai attuale, considerati i grossi cambiamenti geopolitici dei quali saranno protagoniste sia l’Italia che la Lituania. Infatti entrambe – con altri Paesi dell’Unione Europea – sono entrate nella Belt and Road Initiative, il gigantesco progetto lanciato da Pechino nel 2013 con l’obiettivo di mobilitare mille miliardi di dollari in investimenti infrastrutturali. L’Italia, poco tempo fa, ha firmato un Memorandum of Understanding (Mou) riguardante la cooperazione nell’ambito della Nuova via della seta, mentre la Lituania fa parte di quelle sedici nazioni dell’Europa centrale, orientale e sud-orientale sulle quali il Paese del Dragone sta scommettendo. Infine, l’Italia è connessa fisicamente con i Balcani – uno fra i suoi principali partner economici – attraverso il Mare Adriatico e il porto di Trieste. Con le nuove vie di comunicazione terrestri e marittime della Bri, questi rapporti potranno intensificarsi.

GUSTI SEMPLICI, DIETA BILANCIATA E PRODOTTI TIPICI
Se la Cina un po’ preoccupa perché troppo lontana, ma nei pensieri delle Pmi lo è meno di quanto si possa pensare, la Lituania non spaventa.  Al Forno dei Fratelli Collivasone, aperto nel 1890 a Parona (provincia di Pavia), l’export è qualcosa di abituale: si lavora direttamente con il Giappone, mentre in modo indiretto con Stati Uniti, Inghilterra e, per l’appunto, la Cina. Giuseppe Collivasone ci racconta l’incontro con Darius Ciginskas: «I prodotti locali, anche quelli che nascono in piccole aree territoriali, per loro hanno un grande valore. Però si è fatta subito chiarezza: i lituani amano il semplice biscotto di pasta frolla. Il governo ha dato direttive precise ai produttori, e ovunque ci sia una mensa, per seguire diete bilanciate con pochissimo sale o zucchero. I nostri biscotti potrebbero trovare posto sui banchi dei supermercati, anche perché in questo Paese vanno molto i prodotti sfusi venduti a peso; le scatole – da 250 0 500 grammi – interessano la nicchia dei consumatori». L’impresa dolciaria fa gola: Andrea Villani della Pasticceria Villani di Vigevano, sa che «se il mercato è omologato, perché ormai i prodotti più famosi sono presenti ovunque, quelli tipici – come le Offelle di Parona – possono ricavarsi uno spazio interessante». E’ anche per questo che Darius Ciginskas si è concentrato sulle tipicità, e agli imprenditori coinvolti – la Cascina Alberona di Mortara, Lavana Caffè di Grantola, Dolci Sapori di Gemonio e Alba Srl di Arcisate (attiva nel packaging) – ha chiesto i più minimi dettagli legati alla produzione, all’ingredientistica, alle lavorazioni e alle specificità che li distinguono dai loro competitor.

CAFFE’ E SBRISOLONE, TRASPORTI PERMETTENDO
Così Lavana Caffè di Grantola ha proposto al buyer un «prodotto compostabile che potrebbe essere lanciato senza alcun problema in Lituania – dice Giuseppe Scozzarella -. Certo il numero maggiore di domande ha interessato i prezzi e le condizioni di vendita, ma la qualità è sempre al primo posto. Anche perché la nostra impresa è in grado di offrire tantissime miscele diverse di caffè, anche personalizzate secondo il gusto del cliente». E’ quello che si cerca in Lituania, e questo Marcello Chini lo sa. Titolare della Dolci Sapori di Gemonio (Varese), Chini ha apprezzato «la preparazione di Darius: conosce ciò che piace a noi e, ovviamente, ciò che potrebbe piacere a loro. Certo non sarà facile, perché un problema c’è: l’organizzazione, ancora debole, nei trasporti refrigerati a -20 gradi». Una preoccupazione sulla quale questa impresa è particolarmente sensibile, perché al fianco della pasticceria fresca da anni sta scommettendo su quella congelata proprio per poter raggiungere Paesi sempre più lontani. Il titolare aggiunge che «una proposta l’abbiamo fatta: il bancale, anche con prodotti misti, si consegna a Milano ad un certo costo; da lì ci si organizza. Per quanto riguarda i dolci, Darius Ciginskas punta tutto sul Made in Italy. Da parte nostra possiamo giocare la carta dei Brutti e Buoni, ma i “pezzi forti” sono i mini bigné e lo Sbrodolone alla crema».

IL PACKAGING CHE DA’ COLORE AL MADE IN ITALY
Alimentari e packaging vanno di pari passo. Meglio se le confezioni sono colorate e accattivanti. All’Alba Srl di Arcisate (Varese) se ne fanno di tutti i colori, di tutte le forme e – afferma Roberta Pierobon, co-titolare dell’attività con il fratello Angelo – «per tantissimi tipi di articoli. Il buyer lituano si è incuriosito alla nostra attività ed è entrato nel merito dei materiali utilizzati e delle grafiche che realizziamo, ma per ora l’approccio è stato solo conoscitivo. L’interesse alla gamma dei prodotti c’è, ma è troppo presto per parlare di quantità. La nostra azienda ricava una piccola quota di fatturato dal lavoro con Inghilterra, Germania e Svizzera, ma non ci si deve accontentare: l’export può offrire occasioni che è bene valutare. Sempre».