Al Casale il lavoro e la calzatura sono di casa, soprattutto per le imprese

Una storia ormai quasi centenaria quella dell’Istituto Tecnico Statale “Luigi Casale” di Vigevano, che oggi accoglie oltre ottocento studenti nei suoi diversi indirizzi. Nato infatti nell’ormai lontano 1921 come Civico Istituto Commerciale, il Casale ha legato una buona fetta della sua attività nella formazione «di ragionieri specializzati nell’indirizzo mercantile e, dal 1953, alla formazione dei geometri». Attualmente l’istituto si articola in due settori, Economico e Tecnologico: il primo prevede i percorsi in “Amministrazione, Finanza e Marketing” (ex ragionieri) e “Turismo”, il secondo quello in “Costruzioni, Ambiente e Territorio” (ex geometri) e il recente “Sistema Moda – indirizzo Moda e Calzatura”. Vengono altresì sviluppati percorsi di istruzione per adulti presso la Casa di Reclusione cittadina.

UN ISTITUTO STORICO
Il Casale, quindi, come tappa necessaria del viaggio che stiamo effettuando in queste settimane nel mondo della formazione. Perché la collaborazione con il mondo imprenditoriale, qui, è qualcosa di radicato. «Per quanto concerne l‘indirizzo per tecnico della moda, che vedrà nel 2020 i primi 15 diplomati – interviene la dirigente scolastica Stefania Pigorini – siamo supportati dalle associazioni di settore, anche perché si è trattato di capire con il mondo dell’impresa come declinare il curriculum nazionale rispettando quelle che erano le esigenze espresse dal territorio. Usciranno da questo percorso giovani in possesso di un profilo intermedio, come tutti i tecnici, legato ad esempio a pianificazione e progettazione. Vengono studiate discipline che vanno ad approfondire le tecniche di produzione ma anche i materiali, e in tal senso una materia portante è la chimica». Chi completa questo indirizzo «può operare in ambiti diversi, dalla progettualità legata ad aspetti creativi fino al settore della commercializzazione di prodotti, in quanto vi sono anche lezioni di marketing della moda».

IL VALORE DELL’ALTERNANZA
Alternanza scuola-lavoro: a che punto siamo? «Questo istituto faceva alternanza anche quando non era obbligatoria, e l’ha portata avanti perché è sempre stato un modo importante per avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro. Sviluppare questa forma di esperienza può aiutare il giovane sotto diversi aspetti, anche a capire se l’idea di impiego che ci si era fatti risponde alla realtà e alle aspirazioni della persona. Negli ultimi anni, complice l’obbligatorietà di questa misura, ci sono stati passi avanti. Ritengo che la nuova denominazione, “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”, spieghi al meglio i valori perseguiti: non ci si è limitato a far vivere l’alternanza agli studenti come un tradizionale stage aziendale – precisa la dottoressa Pigorini – ma si è deciso di inserire questi momenti in maniera sempre più attenta all’interno dei curricula».

Non mancano, in tal senso, attività curricolari che approfondiscono un preciso aspetto e che vengono poi sviluppate in collaborazione con il mondo del lavoro e delle imprese. «Per fare un esempio, grazie a un finanziamento europeo due quarte hanno intrapreso un percorso di educazione all’imprenditorialità, con lezioni tenute da esperti per approfondire il tema, questo progetto vuole essere propedeutico all’esperienza di stage».

Il rapporto con le aziende è insomma efficace: «In fondo – sorride la dirigente – la storia del nostro istituto ci viene in soccorso, nel senso che sono tanti, tantissimi gli uffici e le aziende sul territorio nei quali lavora almeno un ex studente del Casale. Il rapporto con il tessuto produttivo locale è quindi profondo. La disponibilità da parte delle imprese è sempre di valore, pur comprendendo che magari, per le piccole realtà, ospitare studenti vuol dire anche investire in termini di tempo e impegno. Nonostante ciò, abbiamo sempre raccolto feedback più che positivi».