Addio al “vecchio” Sistri. Ma è già in arrivo il “Sistri 2.0”

Addio al Sistri rifiutiE’ più un arrivederci che un addio ma, perlomeno, ciò che rinascerà dalle ceneri del Sistri dovrebbe distanziarsi anni luce dal sistema che, dal 2010 a oggi, ha gravato sulle imprese con onerosi carichi di burocrazia (e non solo). Anche per questo dopo anni di battaglie, prese di posizione, appelli pubblici e tavoli aperti a tutti i livelli istituzionali per l’abolizione Sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali è palpabile la soddisfazione per la sua prossima fine.

La norma è ancora in fase di pubblicazione ma a mettere la parola fine a un provvedimento che tanti grattacapi ha creato le imprese è già sceso in campo il Consiglio dei Ministri del 12 dicembre, con l’attuazione nel Dl Semplificazioni di una volontà politica già espressa più volte dal Ministro Sergio Costa, sensibile alle istanze portate avanti, per anni, da Confartigianato.

«Il Sistri – dice a chiare lettere lo stesso ministro – è stato uno dei più grandi sprechi nella gestione dei rifiuti speciali, un sistema mai entrato effettivamente in funzione che però, sino ad oggi, ha comportato costi sostenuti dalle imprese coinvolte e dallo Stato superiori a 141 milioni di euro».

UNA VALANGA DI QUATTRINI
Una valanga di quattrini: dal 2010 al 2014, infatti, sono stati fatturati 290 milioni e, di questi, ne sono stati effettivamente saldati 90. Nel 2015 la quota fatturata superava i 65 milioni ma solo 51 sono stati pagati. «Attualmente – precisano dal ministero – era in corso un affidamento da 260 milioni in cinque anni, che quindi viene sospeso cancellando il Sistri».

Prosegue Costa: «Il Sistri aveva lo scopo, condivisibile e necessario, di tracciare l’intero sistema di rifiuti speciali del Paese, ma non è mai stato operativo. Nel frattempo, le imprese aderenti, quelle con più di 10 addetti, hanno dovuto pagare iscrizioni, adeguamenti tecnologici, aggiornamenti per i mezzi e per il personale e infilarsi in un ginepraio di norme, sanzioni, poi sospese, poi riattivate, quindi nuovamente sospese, esenzioni, eccezioni, nuovi obblighi: insomma un inferno normativo durato otto anni».

Un ginepraio che il Dl Semplificazioni cancella con un tratto di penna a partire dal nuovo anno. C’è, tuttavia, un “però”. Perché quello della tracciatura dei rifiuti è più un addio che un arrivederci, a giudicare dal fatto che il Ministero ha tutta l’intenzione di introdurre un nuovo sistema gestito in forma diretta.

IN PRIMAVERA DEBUTTA IL SISTRI 2.0
Una sorta di “Sistri 2.0”
destinato a combattere con ancora maggior vigore la piaga delle eco-mafie ma ad oggi non ancora operativo, tanto che i titolari soggetti alla tracciabilità dovranno continuare a usare il sistema utilizzato sino ad ora, quello cartaceo. Il futuro, a sentire le intenzioni del Governo, tutto transiterà nella forma digitale, prevedendo il superamento dell’attuale doppio binario, il registro di carico e scarico e i formulari di identificazione.

Infine, una precisazione doverosa: se dal primo gennaio non è più previsto il versamento dei contributi annuali, manca all’appello il decreto che avrebbe dovuto evitare l’emissione delle sanzioni e l’applicazione degli interessi di mora per l’omesso versamento dei contributi dovuti fino al 31 dicembre 2018. Insomma: tutto fermo dal 2019, ma il pregresso va saldato.