Ferrovia, autostrada e Ponte: là dove si ferma lo sviluppo della Lomellina

Non solo Tav. Perché ogni territorio, lungo lo Stivale, presenta storie, situazione ed esigenze legate a tutta una serie di infrastrutture considerate potenzialmente di valore. Storie che si accompagnano spesso a progetti più o meno discussi, a polemiche, a quella burocrazia che rischia di soffocarne lo sviluppo. La Lomellina non è certo da meno, e diverse sono state le iniziative – alcune in dirittura d’arrivo, altre rimaste sulla carta – che hanno caratterizzato gli ultimi anni. O, meglio, addirittura l’ultimo secolo e oltre.

TRENI, SE NE PARLAVA A INIZIO NOVECENTO
Un esempio è rappresentato dal raddoppio della linea ferroviaria Milano-Mortara. Il potenziamento della linea affonda le sue radici nei primi del Novecento. Si pensi che nel 1911 fu respinta una richiesta di realizzare il doppio binario, pur ottenendo il parere favorevole del Ministro Ettore Sacchi. Avvicinandosi ai giorni nostri, nel 1991 fu la stessa Regione Lombardia a dare vita a un progetto rilevante. È quindi dell’ottobre del 2002 l’accordo per il raddoppio tra la stazione di Milano San Cristoforo e quella di Albairate-Vermezzo, sita ad Albairate in località Cascina Bruciata. Il raddoppio viene attivato a fine 2009, e dal 2011 sempre Albairate è divenuta capolinea della linea S9 del servizio ferroviario suburbano di Milano, verso Saronno.

E proprio l’estensione della S9 fino a Mortara ha rappresentato il fulcro delle richieste avanzate nei mesi scorsi dai sindaci della tratta non soggetti a raddoppio (quindi Abbiategrasso, Vigevano, Parona e appunto Mortara). In particolare, nel mese di novembre si è tenuto un incontro con Claudia Maria Terzi, assessore alle Infrastrutture Trasporti e Mobilità Sostenibile di Regione Lombardia, nell’ambito del quale le parti in causa hanno concordato l’importanza dell’opera, ragionando in particolare – come detto – in termini di raddoppio della Suburbana. «Il punto centrale, e su questo siamo d’accordo  – era stato detto – riguarda l’infrastruttura, che va “portata a casa”». A favore del raddoppio c’è lo sviluppo del nuovo ponte sul Ticino di Vigevano, che andrebbe di fatto a liberare quello esistente per la posa del secondo binario.

PONTE, ORE DI ATTESA
A proposito di ponte sul Ticino. Questa prima parte di 2019 è risultata innegabilmente travagliata. Sono ormai divenuti famosi i 23 metri che mancano per completare la struttura. E il primo aprile sono scaduti i quindici giorni di proroga richiesti dall’impresa costruttrice, Polese Spa di Sacile in provincia di Pordenone, per analizzare la documentazione tecnica che ha seguito le contestazioni – seguite da una diffida – della stazione appaltante, cioè la Provincia di Pavia. L’attuale società costruttrice è all’opera dal settembre del 2015. Il cantiere riaprì dopo uno stop di ben un anno, causato dalla liquidazione coattiva dell’impresa precedentemente attiva. L’inizio dei lavori è datato 2011. Nel corso delle ultime settimane la stessa Polese aveva attivato la commissione per l’accordo bonario, chiedendo alla Provincia circa 6-7 milioni in più rispetto all’appalto di 51 milioni, per maggiori opere. La commissione ha però valutato un incremento dei costi nettamente inferiore, 188mila euro. È seguito una sorta di ultimatum da parte della Provincia. Restiamo chiaramente in attesa, con la consapevolezza del valore di un’opera attesa da tempo non solo a Vigevano.

SUPERSTRADA: APPALTO ENTRO L’ESTATE?
I progetti di una certa rilevanza, spesso, risultano connessi tra loro. Se abbiamo già parlato del valore aggiunto offerto dal nuovo ponte con riferimento al raddoppio della linea ferroviaria, tutto ciò va anche a collegarsi con la superstrada Vigevano-Malpensa. Il riferimento è al prolungamento dell’attuale superstrada 336 che termina alle porte di Magenta. Lo scorso 15 marzo si è tenuto un vertice a Roma, a Palazzo Chigi. Un incontro che il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha considerato positivo, con riferimento all’intenzione da parte del Governo di sbloccare cantieri e opere attualmente ferme. Pochi giorni prima Anas aveva reso noto il proprio “pollice verso” a una proposta di variante avanzata dalla segreteria del Ministro alle Infrastrutture. Vale la pena ricordare che il via libera del Cipe, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, c’è già stato. In sostanza, non si tratta di fornire ulteriori pareri: occorre procedere con l’iter. L’opera, queste le informazioni fornite anche dagli organi di stampa, dovrebbe andare in appalto entro l’estate. La copertura finanziaria dell’intervento è di 220 milioni di euro. Il tema del collegamento veloce verso Milano rappresenta una delle grandi questioni affrontate dal territorio in questi decenni. E la stessa attuale amministrazione vigevanese ne ha fatto la “bandiera” dell’ultima campagna elettorale, datata 2015. Impossibile, per il futuro del territorio, non passare da un miglior collegamento con il capoluogo di Regione. Occorre ricordare che la Vigevano-Malpensa ottenne il via libera, dopo la valutazione di impatto ambientale, nel 2003.

BRONI-MORTARA: NON È ANCORA FINITA
Ha rappresentato uno degli argomenti più discussi degli anni Duemila. Per le polemiche e i tanti pareri discordanti che ne hanno accompagnato un cammino assolutamente travagliato. Parliamo dell’autostrada Broni-Mortara, un progetto al centro di forti discussioni e di molti ricorsi. Proviamo a ricostruirne la storia. Un primo tentativo di sviluppo dell’infrastruttura è datato 1969, ma non ci furono passi successivi. Arriviamo quindi direttamente ai giorni nostri. Nel dicembre 2005 la Giunta regionale conferisce a Infrastrutture Lombarde il ruolo di soggetto concedente per la realizzazione dell’autostrada. Nell’ottobre del 2010 viene sottoscritta la concessione a Sabrom Spa (acronimo di Società Autostrada Broni-Mortara) per progettazione, realizzazione e gestione della Broni-Mortara, e a inizio 2012 Sabrom presenta il progetto al Ministero dell’Ambiente affinché lo esamini attraverso la Via, la Valutazione di Impatto Ambientale. Nel giugno dello stesso anno però la stessa Sabrom chiede che venga sospesa la valutazione, presentando un progetto modificato. Nel 2014 la commissione tecnica preposta alla valutazione, col supporto di una relazione del Consiglio Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (Ispra) respinge il progetto e ne propone la bocciatura. Il Ministero concede una sospensiva di sei mesi a Sabrom, che ripresenta nuove integrazioni. Il 10 febbraio 2015 avviene la pubblicazione delle integrazioni/chiarimenti predisposti da Sabrom. Il 1° ottobre dello stesso anno il Ministero dell’Ambiente trasmette a Infrastrutture Lombarde il parere negativo della commissione, concedendo per legge del tempo a Sabrom per presentare le proprie controdeduzioni.

Cosa che avviene. A inizio 2016, quindi, giunge un nuovo provvedimento avverso all’opera. È seguito un ricorso al Tar, che ha tuttavia dato ragione al Ministero. Partita chiusa? Non ancora, perché è notizia di qualche settimana fa la decisione da parte di Infrastrutture Lombarde di procedere con un nuovo ricorso al Consiglio di Stato. E la Regione ha mantenuto la Broni-Mortara (50 chilometri di tracciato), oltre alla bretella verso Stroppiana (ulteriori 17 chilometri), nelle linee di programmazione futura. È corretto ricordare che nel corso degli anni molte sono state, a vario titolo, le iniziative di cittadini e associazioni contro il progetto dell’autostrada, il cui costo è di circa 1,3 miliardi di euro. Se ne parlerà ancora, questo è certo.

Di infrastrutture si parlerà anche in occasione dell’incontro “Lomellina: Polo Logistico e Infrastrutture sull’asse Liguria – Milano – Malpensa”. L’appuntamento è per lunedì 15 aprile dalle ore 21 in Sala Contrattazione Merci a Mortara con il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, Marco Facchinotti (sindaco di Mortara), Marco Maggioni (deputato), Silvia Piani (assessore regionale), Luigi Grechi (presidente di Confartigianato Imprese Lomellina), Renato Scarano (presidente Ascom Vigevano), Alberto Righini (vicepresidente Ance Lombardia e Alberto Cazzani (past president Confindustria Pavia con delega alle Infrastrutture).

INGRESSO LIBERO E GRATUITO