Videoguida-formazione: da obbligo a vantaggio, ma come scegliere quella giusta?

Continua e customizzata. In aula, in laboratorio o in impresa. Sostenibile. La formazione è un asset strategico per qualunque azienda. E se dalla fine degli anni Novanta agli inizi del Duemila era vista come un costo, oggi è considerata un investimento valido. A tal punto che la formazione è ormai valorizzata nei budget e nei bilanci aziendali.

IL CAMBIO CHE SERVE: CASI REALI PER SOLUZIONI VERE
I mutamenti tecnologici e tecnici intervenuti negli ultimi anni, e il Piano Nazionale Industria 4.0, hanno tirato un filo diretto tra l’interconnessione delle macchine e quella delle persone. Così un corso formativo non è più e solo tecnico, ma anche fatto di quelle conoscenze che entrano nelle sfere comportamentali dell’individuo. «Per anni i corsi obbligatori sono stati il terreno privilegiato delle piccole e medie imprese – interviene Umberto Rega, responsabile formazione di AreaLavoro/Versione Beta, la scuola di formazione di Busto Arsizio – ed era raro pensare a piani formativi ampi perché la parte produttiva assorbiva la maggior parte del tempo e delle risorse. Ora la metodologia è profondamente cambiata e i corsi non sono più determinati a monte e non sono più invariabili. Il metodo più utile ormai è quello della partecipazione attiva delle persone basata sulla trasmissione dell’esperienza. In aula, o altrove, si trattano situazioni reali che avvengono in azienda e che coinvolgono le persone chiedendo il loro punto di vista. Questo facilita il confronto e la definizione delle soluzioni».

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COMPETERE CON NUOVE COMPETENZE
Metodologia al passo con le esigenze delle imprese e, di conseguenza, in grado di proporre corsi che vadano anche al di fuori dei soli obblighi normativi. «Perché – continua Rega – indipendentemente dalle loro dimensioni, le imprese puntano anche sugli aspetti relazionali, sulle capacità di comunicare e raccontare il loro business. I valori di cui sono fatti i loro prodotti. Per farlo, a volte ci si basa sul talento naturale dei propri collaboratori ma spesso è necessario costruire skills appropriate».

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Come quelle che permettono all’azienda di tenere sotto controllo il Conto Economico e il Bilancio, di leggere in modo corretto un budget, di gestire la parte social della comunicazione (e tutto quello che rientra nel digital marketing), di sentirsi a proprio agio nel momento in cui si internazionalizza e si decide di proporsi con un sito multilingue o con un servizio di e-commerce rivolto a tutto il mondo.

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IL COACHING
In questo le aziende hanno un vantaggio, ed è quello di potersi confrontare in spazi interaziendali, nelle quali si ritrovano persone che provengono da imprese diverse. Perno del confronto è il formatore, che è bravo quando riesce a coinvolgere a livello esperenziale i suoi interlocutori per trovare soluzioni a problemi veri. Più si investe sulle persone, e le si coinvolge, e più l’azienda fa uno scatto in avanti.

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Con una forte convinzione: «Non basta più la semplice tecnica ma bisogna far sapere al mondo come si lavora», incalza il responsabile di VersioneBeta. Ecco perché è importante sperimentare e arrivare agli obiettivi prefissati anche attraverso un adatto percorso formativo. La parola che sposta gli equilibri è “coach”: «Uno specialista che lavora all’interno delle aziende con singole persone, o con gruppi di individui, per sviluppare le competenze più adatte sì nel settore tecnico ma anche in quello manageriale e gestionale. E che è in grado di offrire assistenza anche all’interno dei reparti produttivi. Perché oggi quello che si deve ottenere in azienda è l’ottimizzazione del tempo, delle risorse e dei propri collaboratori».

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COME SCEGLIERE IL CORSO ADATTO? IL CHECK UP
Ma come si arriva a questi risultati? Attraverso un check up iniziale fatto sulle persone e sul business dell’azienda. Una volta che si sono incrociate le esigenze dell’imprenditore con l’analisi dei fabbisogni, si è in grado di costruire un percorso formativo ad hoc che a volte si rivela del tutto diverso da quello ipotizzato inizialmente. E’ per questo che Rega parla di «formazione su misura che può anche essere finanziata con tutti i fondi interprofessionali».

Formazione che oggi risponde a esigenze incrociate e che al coaching abbina anche i percorsi one-to-one: è questo il metodo che aiuta gli imprenditori ad abbandonare i propri preconcetti per creare momenti di confronto non solo customizzati ma anche efficaci. Per un investimento che si rivaluta nel tempo.