Quattro generazioni di stile per l’artigianalità che fa il giro del mondo

L’eleganza, in fondo, è uno stile di vita, un modo di intendere il mondo che attraversa le epoche. Per un prodotto, la calzatura, che rappresenta l’essenza stessa del binomio tra design e comodità. Per conferma, chiedere al Calzaturificio Susy, dal 1916 sinonimo di imprenditoria artigianale. Nato a Vigevano come “Calzaturificio Merlo Rocco”, assunse negli anni Sessanta l’attuale denominazione, mantenendo intatta quella maestria che ha fatto la gioia di migliaia di donne in cerca di forme e colori mai banali. Oggi l’azienda è alla sua quarta generazione, con in sella Paola e Margherita Merlo, affiancate dal padre Marziano, un punto di riferimento imprescindibile. Paola, classe 1982, ha all’attivo una laurea in Scienze Chimiche presso l’Università di Pavia, e si occupa principalmente del settore commerciale, supervisionando la creazione delle nuove collezioni.Margherita, di due anni più giovane, forte della laurea in Lettere cura il comparto amministrativo e il marketing.

L’EUROPA COME IDEALE TEATRO
Una realtà ad altissimo tasso artigiano, che ha nell’estero il suo mercato privilegiato: «Vendiamo in particolare nei paesi del nord Europa, quindi Svezia e Finlandia – spiegano Margherita e Paola Merlo – oltre che in Francia, Inghilterra, Svizzera. Anche in Russia, un’area che sta però vivendo una fase complessa, a causa della svalutazione della moneta, per quanto riguarda il tessile e il calzaturiero».

In Italia, riscontri importanti Susy li ottiene in particolare presso le località turistiche: «Siamo presenti a Milano, in Trentino Alto Adige, a Montegrotto Terme. Ma anche a Reggio Emilia, Torino. Ad acquistare le nostre scarpe, in queste località, sono le donne straniere o le italiane che, magari in ferie, si trovano alla ricerca di prodotti particolari». Qual è il target privilegiato? «Il nostro prodotto si trova nei negozi a un costo che oscilla tra i 150-160 e i 250-300 euro. Vi sono articoli che trovano terreno fertile tra le donne dai 40 anni in su, ma anche altri, come le pantofole con i ricami a forma di cane e gatto, che possono abbracciare un’utenza di età inferiore, dalla teenager all’anziana signora che ama essere estrosa. Operando in una fascia di prezzo medio-alta, il target ha tendenzialmente comunque un’età matura. Negli anni abbiamo inoltre avviato un piccolo spaccio presso il Calzaturificio (Vigevano, Via Madonna Sette Dolori 33; aperto dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 19, il sabato dalle 9.30 alle 13), con il desiderio di far conoscere anche ai nostri concittadini le scarpe di Susy, vendute a prezzo di fabbrica. Un’iniziativa che negli anni si è consolidata grazie al buon riscontro ottenuto».

CALZATURA COMPLETAMENTE ITALIANA
Siamo di fronte a un Made in Italy reale, che chiama in causa l’intero processo di sviluppo della calzatura: «Su questo tema esiste ultimamente confusione. Il Calzaturificio Susy ha ottenuto un’apposita certificazione, la quale attesta che dalla stringa al pellame, fino alla manodopera e all’assemblaggio, le nostre scarpe sono al 100% italiane. «Questa è una piccola realtà, con una decina di dipendenti: dal nostro calzaturificio, che potremmo definire di nicchia, escono circa 15-16mila paia all’anno».

Spicca la lavorazione a sacchetto, detta anche “Bologna”, nella quale il soletto viene eliminato, ottenendo una maggiore flessibilità e morbidezza della scarpa. Un processo all’insegna della tecnica, che si sposa al meglio con materiali di alto livello, come la suola Vibram, che dona i massimi livelli di confort e una qualità duratura.

ATTENZIONE COSTANTE ALLE TENDENZE
«Dietro ogni modello c’è sempre una ricerca unita al gusto personale, ma operiamo anche in base alle indicazioni che otteniamo dal canale di vendita e dalle richieste del consumatore finale. Cerchiamo costantemente di comprendere cosa il nostro pubblico desidera. Senza dubbio una grossa mano ci giunge dalle fiere di settore, ma anche dalle vetrine stesse delle grandi città. Abbiamo Milano a due passi, ed è nel capoluogo che attraverso i grandi nomi è possibile capire le nuove tendenze».

Le fiere di settore rappresentano, inoltre, momenti importanti: «Prendiamo parte al Micam di Milano e ad alcuni eventi in Germania, dove abbiamo un agente, ma ci rechiamo anche a Mosca, in Kazakistan. Per il 2019 abbiamo inoltre in mente di partecipare a ulteriori fiere italiane, con buyer russi». E poi c’è il web: «Esistono stili specializzati in marchi di lusso. Ciò che conta, senza dubbio, è non fermarsi, non chiudersi mai tra le proprie quattro mura». Siano essere reali o, appunto, virtuali. E una volta trovate le idee giuste, vanno messe in pratica: «Un aiuto importante ci giunge da due modellisti».

CRISI E FUTURO
«La crisi si è fatta sentire, abbiamo avvertito un netto cambiamento nelle dinamiche di acquisto da parte dei consumatori. Ma essendo noi, appunto, una realtà di nicchia, ci siamo cuciti il nostro spazio».

Un ricambio generazionale più difficile, semmai, riguarda il personale: «Qui si apre un discorso che potrebbe portarci via un giorno intero – sottolinea Margherita – non possiamo negare che da parte di molti giovani di oggi manchi l’interesse a sporcarsi le mani e apprendere lavori di questo genere. Da questo punto di vista siamo in difficoltà…». Programmare il futuro, insomma, è compito tutt’altro che agevole. Ma nonostante ciò, la passione è il motore primo che muove il Calzaturificio Susy.