L’imprenditore con il mignolo “alla canadese”: «L’export? Devi toccarlo con mano…»

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Quando parla con i cinesi, Gianfranco Bazzigaluppi non si tocca mai il naso (la loro cultura lo considera un segno di disprezzo). E quando deve contare con le mani, di fronte ad un canadese, parte dal mignolo per poi andare verso il pollice. Queste cose, l’imprenditore di Vigevano specializzato in meccanica calzaturiera (produzione di stampi per suole in gomma, comprese quelle della Vibram) non le sa perché le ha lette, ma perché le ha vissute. Andando in Cina e in Canada. «Perché non ci si può barricare dietro ad uno schermo» dice a pochi giorni dal suo ritorno dal Think Canada Global Business Summit, a Toronto, grazie ad una missione organizzata dal servizio Export di Confartigianato Imprese Varese.

Lo schermo è quello del Pc o del cellulare. La dimensione virtuale, quella dei social. Nella vita di un’impresa tutto serve, ma ci vuole praticità. Continua Bazzigaluppi: «Andare alle fiere fa la differenza. Esserci fisicamente è un vantaggio. Un imprenditore deve verificare di persona, deve entrare in contatto con chiunque (sia un potenziale cliente o meno), deve conoscere toccando con mano. E parlare con le persone a quattr’occhi: il vero confronto sta qui».

d4049c91-34f3-4b19-95c5-348fc7defd2f-620x465E’ successo anche con questa sua missione canadese: «Prima di partire sapevo, per sentito dire, che Toronto è un grande cantiere. Quando ci voli sopra, scopri che i grattacieli vengono su come funghi». Alla Bazzigaluppi è da trent’anni che la partecipazione alle fiere è una specie di bussola del mercato: «Investimento necessario? Sì lo è», prosegue Gianfranco. Un investimento che non sempre ritorna per intero (non tutti i contatti sono contratti) ma che muove, accende il dialogo, sprona il confronto. E quando entri in contratto con culture e etnie diversissime fra loro, ti rendi conto che non puoi non trovare un tuo posto nel mondo.

L’esperienza canadese dell’imprenditore della Lomellina ha confermato questa convinzione: «Conoscere sul posto la cultura di quel Paese ti è di aiuto anche per i tuoi rapporti di affari – prosegue. Per esempio, in Canada tutti parlano l’inglese e gli stranieri pensano che subito dopo arrivi il francese. Invece in seconda e terza posizione ci sono le lingue asiatiche; in quarta e quinta troviamo l’italiano e poi lo spagnolo». Quello che sembra una nota di colore, per l’imprenditore non lo è.

Tutto fa parte di un disegno che sposta gli sforzi sul proprio prodotto. E su come farlo conoscere. «L’ho imparato più di vent’anni fa: conoscersi di persona è indispensabile», rimarca l’imprenditore. Che considera valida la partecipazione alle fiere almeno per due motivi: «Devi distinguere quelle di stampo generalista (una missione conoscitiva più sulle opportunità del Paese che sui possibili clienti) da quelle fatte apposta per il tuo settore (votate al business). Però è bene poter partecipare ad entrambe le tipologie, anche se non si hanno riscontri commerciali immediati.Alle fiere si va per seminare, conoscere cose nuove e per capire come si stanno muovendo i mercati. Soprattutto quelli dove non ci sei ancora. Poi se c’è la garanzia di un’associazione come Confartigianato Imprese, è ancora meglio.».

Così nel 2010 Bazzigaluppi ha partecipato alla EuroMold di Francoforte, due anni dopo alla fiera K di Duesseldorf per le materie plastiche (l’azienda di Vigevano da quindici anni opera anche nel campo della termoformatura), e quest’anno andrà alla Bimec di Milano, la fiera per la meccatronica e l’automazione. E i social? «Li uso per lo stretto indispensabile: il rapporto con le persone, anche se solo telefonico, mi piace molto di più».

Confartigianato, per favorire i processi di internazionalizzazione delle imprese, propone una serie di appuntamenti fieristici destinati a garantire opportunità di incontro, conoscenza e business

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