Lia in Canton Ticino, l’Albo non fa “sconti”: «Legge in vigore, le imprese la rispettino»

Legge Imprese Artigianali: il bandolo della matassa – ovvero l’abrogazione – per ora non si sbroglia. Restano i fatti. Il primo: il governo di Bellinzona, con un documento formale, il 7 marzo scorso ha chiesto al Parlamento del Canton Ticino di «intraprendere i passi necessari all’abrogazione della normativa» in vigore dal febbraio 2016 che, di fatto, obbliga tutte le imprese operanti nel settore casa ad iscriversi all’apposito Albo per poter operare nel cantone di lingua italiana. Il tutto previa presentazione di un’adeguata documentazione comprovante l’effettiva qualificazione nel settore di riferimento e relativo versamento di 600 (neo iscrizione) o 400 franchi (rinnovo).

Il secondo: in attesa di revisione, la norma resta in vigore e le imprese sono tenute a rispettarla, così come ribadito in una nota con la quale l’Albo Artigiani Edili rimarca che «le recenti sentenze del tribunale cantonale amministrativo (Tram) nella vertenza Commissione della concorrenza (Comco) si riferiscono a due imprese da quest’ultima patrocinate, e non sono ancora cresciute in giudicato». Conseguentemente «la Commissione di vigilanza Lia, il segretariato e l’ispettorato sono tenuti a agire conformemente al dispositivo in vigore e non possono decidere autonomamente di modificarne i parametri o le modalità di applicazione».

REFERENDUM IN VISTA?
«Ogni modifica della legge – prosegue la nota – o in ultima analisi la sua abrogazione decisa dal legislativo cantonale, potrà essere applicata solo dal momento della sua effettiva adozione, decorsi i termini di referendumEsclusivamente da quel momento potranno essere applicate nei confronti dell’utenza misure eventualmente diverse rispetto a quelle attualmente in vigore».

Tradotto: nonostante il Consiglio di Stato abbia formalmente incaricato il Dipartimento del territorio di intraprendere «i passi necessari all’abrogazione della normativa», lo stato dell’arte è che tutte le imprese hanno l’obbligo di presentare entro il 31 marzo la documentazione necessaria al rinnovo dell’iscrizione. Salvo vedersi sfilare la possibilità di operare oltreconfine.

SCADENZA: 31 MARZO
Tra le righe – ma non troppo – il riferimento all’ipotesi referendaria evidenzia il rischio che i tempi di un’eventuale pensionamento della norma possano rivelarsi più lunghi del previsto.

«Per quanto concerne l’iscrizione o il rinnovo dell’iscrizione all’Albo per il 2018 – fa sapere ancora l’Albo – conformemente alla richiesta del Consiglio di Stato non saranno inviate comunicazioni dirette alle singole imprese volte a sollecitare il rinnovo dell’iscrizione o l’incasso delle tasse 2018».

Detto in altri termini, il versamento è congelato, iscrizione e rinnovi no. E la scadenza per il rinnovo resta nota: 31 marzo 2018. «Confermiamo quanto detto sin dal giorno del voto del Consiglio di Stato – spiega Matteo Campari, servizio Internazionalizzazione/AreaBusiness di Confartigianato Varese – La legge è in vigore e non rispettarla, o ritardare la presentazione dei documenti necessari al rinnovo, potrebbe causare ripercussioni sfavorevoli alle imprese locali attive oltreconfine». Senza contare che, a ridosso di scadenza, potrebbe venirsi a creare un ingorgo degno dell’Autosole in agosto.

GLI OBBLIGHI
In conclusione, le imprese ad oggi hanno l’obbligo normativo di:

  • iscriversi all’Albo Lia;
  • rinnovare l’iscrizione entro il 31 marzo 2018;
  • presentarsi alle verifiche tecniche delle conoscenze professionali