Impresa 4.0: non conta il “quanto” ma conta il “come” si investe sul futuro

Il futuro non solo si immagina, ma si vede. E’ accaduto giovedì 5 luglio nella Sala dell’800 della Fondazione Roncalli di Vigevano dove Faberlab e Confartigianato Lomellina hanno presentato ufficialmente la partnership destinata a portare in provincia di Pavia la rivoluzione digitale a misura di piccole e medie imprese. Perché, ha ricordato il presidente di Confartigianato Lomellina Luigi Grechi, i progetti di futuro «sono investimenti da compiere un passo dietro l’altro». Un po’ come ha fatto Confattigianato Lomellina, che nel 2017 ha siglato la collaborazione con la nuova società di servizi, Artser, e nel 2018 quella con il Digital Innovation Hub Faberlab. Prossimo obiettivo, il premio Fedeltà al Lavoro Artigiano, in programma il 23 settembre con una serie di progetti di futuro ancora da raccontare. 

Il primo è quello della digitalizzazione possibile. Se ne è parlato nel secondo seminario tecnico dell’anno, il primo della rassegna firmata Faberlab-Confartigianato Lomellina. Perché digitalizzazione non significa acquisto tout court di una macchina innovativa e perfetta che, senza l’adeguata formazione del persona necessario a farla funzionare nel modo corretto, rischia di rimanere un bolide lanciato su una strada trafficata. Di questo, dei passi da compiere per rendere Imprese 4.0 una opportunità, hanno parlato giovedì sera – affiancati dal presidente Grechi e dal segretario generale Roberto Gallonetto – Davide Baldi (responsabile di Faberlab), Angelo Bongio (Area Business/Artser), Umberto Rega (responsabile di Versione Beta, la scuola di formazione permanente di Confartigianato Imprese Varese) e Massimo Bessega (Qui Credito/Artser) con le aziende che nelle nuove tecnologie stanno mettendo risorse economiche e tempo. Perché ci credono.

CULTURA, PIANIFICAZIONE, OBIETTIVI
E perché sanno che Impresa 4.0 non si chiude nel solo vantaggio di un’agevolazione fiscale pensata dal Piano Nazionale Impresa 4.0  ma nasce da un’esplorazione culturale, da una pianificazione di obiettivi, dalla valutazione e gestione delle finanze aziendali, da una sensibilità formativa pensata e formulata in base alle reali esigenze di un’azienda, dall’acquisizione di competenze innovative e, infine, dalla definizione di prospettive che devono andare tutte nella giusta direzione. Perché a volte non è investendo milioni che si diventa I4.0, ma è investendo le risorse giuste al momento giusto. Un esempio? «Noi stessi, insieme all’imprenditore, spesso valutiamo se attingere all’iperammortamento o fermarsi al super, che in alcuni casi può rivelarsi più conveniente». E meno dispendioso nell’alveo delle scelte e delle prospettive di ogni singola azienda.

Certo, parole di Massimo Bessega, se c’è un momento in cui investire (iper, super e Nuova Sabatini) quello è l’estate 2018: nell’incertezza del passaggio da un Governo all’altro, i fondi stanziati per il sostegno agli investimenti di Impresa 4.0 rischiano di esaurirsi più in fretta che in passato. Si ricorda in proposito che il superammortamento prevede un risparmio del 7,2% delle imposte in cinque anni, mentre con l’iperammortamento si vola al 36%, seppure a fronte di maggiori certificazioni e investimenti mirati

DIALOGO UOMO/MACCHINA PER FARE PIU’ DI PRIMA
Questo si è fatto giovedì: ci si è informati e preparati per poi scegliere e decidere gli strumenti di un’Industria 4.0 che può e deve essere “a misura” d’impresa.

Per farlo, lo si è detto bene e al di là di qualsiasi filosofia industriale, bisogna tracciare i bisogni delle aziende (di titolare e collaboratori) per incrociarli con il core business della produzione e arrivare ad investire sul futuro con consapevolezza. Perché le persone, le macchine e i sistemi informativi, con il digitale imparano a dialogare fra loro con l’obiettivo di fare di più e meglio di prima.

LA SEMPLICITA’, ANIMA DEL DIGITALE
Sul tavolo tante informazioni, e qualche esempio, che hanno aiutato le imprese della Lomellina a prendere confidenza con l’interconnessione delle macchine con i sistemi informatici, la loro integrazione, il controllo attraverso Cnc e/o Plc, l’interfaccia uomo/macchina. Cambia il mondo, ma dietro alla complessità dei sistemi si scopre di dover perseguire una semplicità che è l’anima di queste nuove tecnologie. Quello che fanno Faberlab e Confartigianato Lomellina, è proprio questo: il digitale è l’acceleratore del “taylor made”, dell’abilità sartoriale che da sempre caratterizza le piccole e medie imprese, della grande capacità di soddisfare il cliente attraverso la leva del prodotto personalizzato e unico. 

Perché, parole di Umberto Rega, se è vero che Impresa 4.0 ha portato le aziende nella “religione del dato”,  altrettanto vero è che il dato non ha valore senza la capacità di interpretarlo correttamente e, a interpretare tale dato, sarà sempre e solo l’uomo, al centro di questa quarta rivoluzione industriale che valorizza più di altre l’acquisizione di tante e nuove competenze (percorso, questo, che oggi viene incentivato anche grazie al credito di imposta spese formazione 4.0). 

L’intelligenza della mano è quindi sempre nell’uomo e nell’azienda. Per saperla valorizzare il percorso che si può avviare è quello di una consulenza a misura di Pmi.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI

FABERLAB
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