Il colorificio si infila nello smartphone ed entra nella quarta generazione del business

Lo zio Ezio lo dice con il sorriso sulle labbra: «Per ora lo stiamo riempiendo di dati, un po’ come si fa con un Pc in fase di programmazione». Chi quei dati li sta raccogliendo per poi elaborarli è Andrea Maffei, quarta generazione (a rappresentare la terza ci sono Ezio e il cugino Daniele) dell’omonimo Colorificio di Mortara, in via Salvemini 3, fondato nel 1966 da Giovanni e i figli Giuliano e Roberto.

Oggi Srl, l’azienda (tra le 900 che si contano in Italia; in Germania i colorifici sono solo trenta) mantiene ancora nella ragione sociale l’acronimo che un po’ meraviglia e un po’ incuriosisce: Colorificio Italiano Colori Concentrati Industriali Oleosi. Quel “C.i.c.c.i.o.”, prima ancora di descrivere l’anima produttiva dell’azienda, ricorda il semplice diminutivo di Giovanni.

CUBE: IL COLORE SI LEGGE IN RETE
La familiarità mantiene le radici nel territorio e le rafforza fuori (si vende solo in Italia e con un raggio d’azione di 200 chilometri) e dentro le mura dell’azienda. Andrea, per l’appunto. Che con verve tutta giovanile e tecnologica da un lato fa tesoro della sua attività nel settore commerciale delle vernici, e dall’altro si propone come il co-protagonista (insieme a zio e cugino) di un nuovo cambiamento. In parte già iniziato con “Cube”, il colorimetro “tascabile” (le dimensioni non superano i 5 centimetri) che “parla” direttamente con smartphone, tablet e pc. Lo appoggi al muro, si calibra attraverso una piastra di ceramica, registra la tonalità di colore e in tempo reale tutte le coordinate indispensabili per riprodurre la luminosità e gli spettri cromatici, arrivano al telefonino: «Girarle al cliente, all’architetto, al designer o a chi dovrà lavorare sulla miscela, è un gioco da ragazzi». Per l’appunto, come lo è Andrea. Che una volta ottenute le informazioni le confronta con le oltre 5mila tonalità inserite nel data base del suo computer e scova la più vicina in gradazione.

NATI IN UN BARATTOLO, CON LA MEMORIA NELL’OCCHIO. MA L’ESPERIENZA…
Un piccolo strumento che rende il lavoro più agevole (i Maffei sono stati i primi in Italia ad usare il colorimetro capace di assumere informazioni da qualsiasi materiale), il servizio al cliente più mirato e veloce, la produzione aziendale più dinamica e pronta. Attenzione al design e innovazione, stanno (quasi) in un palmo di mano: tre sensori, batteria a ioni di litio, autonomo fino a migliaia di letture “Cube” è entrato di diritto nella vita quotidiana del Colorificio Mattei. E se Ezio e Daniele, come dicono amabilmente, sono «nati in un barattolo», Andrea è figlio delle connessioni veloci e della rete tra software tintometrici che permettono preventivi su misura e immediati: «I colori che possiamo realizzare al momento, in questi ultimi anni, sono passati da 137 a 940 – afferma il giovane. Senza contare poi tutti quelli che possiamo riprodurre dalle mazzette colore: così saliamo a 30mila». L’occhio ha memoria? Ce l’ha, e «ancora oggi è lo strumento migliore a nostra disposizione insieme all’esperienza».

DIAMO SMALTO ALLE PISCINE E FACCIAMO GOAL. CON UN OCCHIO AL FUTURO
Ezio e Andrea, entrambi diplomati in Chimica, sono il cuore pulsante del Centro Ricerca & Sviluppo della Maffei. Perché qui a Mortara il panel dei prodotti è stato a tal punto esteso da poter soddisfare chiunque: il fabbro e l’imbianchino, la grossa industria e le carrozzerie di mezzi pesanti, le imprese di costruzione e la piccola ferramenta. E i costruttori di piscine: «Nel settore ci siamo buttati per scherzo negli anni Novanta, in Liguria, grazie ad un nostro cliente – incalzano Ezio e Daniele – e oggi, seppur prodotto stagionale, questo smalto occupa i primi posti tra le nostre proposte».

Particolari e sempre con un occhio rivolto al futuro: «Venticinque anni fa il Colorificio lanciò sul mercato la pittura anticondensa per la riduzione della dispersione di calore attraverso le pareti: la capirono in pochi. Ora, invece, con le norme sul risparmio energetico il prodotto si è conquistato il suo spazio». E così è stato anche per le vernici per le gomme ricoperte, le vernici pelabili (che si applicano e si tolgono) e per “Bianco Goal”. L’ultima novità di casa Maffei è questa: la pittura segnacampo all’acqua, per manti erbosi di stadi e impianti sportivi, ad elevata copertura, ecologica, atossica, non irritante. Sperimentare è una virtù di famiglia, riconosciuta nel 1975 a Bruxelles con il premio internazionale “Mercurio d’oro”.

RICICLO DELL’ACQUA E LECITINA DI SOIA
Al Maffei si usano materie prime e pigmenti provenienti dalla Germania, dall’America, dalla Cina e dall’India con un’attenzione maniacale all’ambiente
. «Vernici ad acqua (quest’ultima la ricicliamo nel processo produttivo), solventi al minimo, bassa presenza di sostanze organiche volatili (Sov), prodotti comuni come il titanio diossido (lo si ingerisce con una pastiglia di Moment) o la lecitina di soia (la troviamo anche nel cioccolato) rendono le nostre vernici più che sicure. Così come lo è l’Eco-smalto: non nocivo e inodore, quindi adatto per scuole, asili e ospedali», concludono Ezio e Daniele. Che hanno saputo trasformare anche il loro rapporto di lavoro in qualcosa di sostenibile: «Discussioni fra noi? Una ogni tre anni».